Le sfide del 2022

Le sfide del 2022

di Riccardo Bocci – Rete Semi Rurali

Nel 2019 la Commissione Europea ha ripreso in mano un dossier abbandonato da qualche anno, causa cocente bocciatura nel 2014 da parte del Parlamento: la legislazione sementiera. Si tratta di un tema cruciale per il settore agricolo: le sementi disegnano i sistemi agricoli in cui saranno coltivate e la loro qualità è essenziale per garantire una buona produzione agli agricoltori.

Allo stesso tempo, però, le sementi hanno un immaginario sociale che le fa uscire dall’essere solo un mezzo di produzione in agricoltura. Infatti, i nomi delle varietà, le loro caratteristiche sono legate alla nostra storia, un tempo definivano i nostri orizzonti simbolici, gusti e sapori sono legati alla nostra tradizione e alla cucina. Ma c’è di più. Chi controlla i semi, controlla il sistema alimentare e quello che mettiamo nei nostri piatti. Ecco perché parlare di sementi non è facile e tocca delle corde emotive che normalmente non sono considerate dai tecnicismi con cui di solito si tratta la materia agricola. Senza capire tutti questi fili che legano le sementi alla società non si possono realizzare delle serie politiche sementiere, in grado di rispondere a tutte le aspettative dei molti e variegati attori coinvolti.
Nel 2021 la Commissione ha prodotto uno studio sui problemi attuali della legislazione sementiera individuando 4 possibili opzioni su come procedere nei prossimi mesi. Il 2022 si annuncia, quindi, come il momento chiave per influenzare il corso del negoziato e incidere sulla proposta di regolamento della Commissione che dovrebbe vedere la luce a fine anno e passare poi agli altri organi decisionali a livello europeo.

In questo numero presentiamo le principali posizioni espresse finora dai mondi a noi vicini, dal biologico al Coordinamento europeo di Via Campesina, ai seed savers di Arche Noah, con l’obiettivo di aprire anche in Italia un dibattito pubblico. Fino ad oggi, infatti, questo tema non ha trovato spazio né nel settore agricolo né nella società civile, come se decidere le regole per mettere in commercio le varietà non interessasse l’agricoltura italiana. In realtà, questa dovrebbe essere l’occasione per portare gli interessi dell’agricoltura mediterranea ad avere un peso politico maggiore a Bruxelles, per non lasciare decidere le regole ai soliti paesi del Nord Europa espressione di un modello agricolo uniforme e industriale.

Come Rete Semi Rurali abbiamo alcuni punti essenziali da difendere: riconoscere e promuovere i sistemi sementieri locali (anche definiti informali), garantire la trasparenza sui metodi di miglioramento delle varietà, porre chiaramente le attività di scambio delle sementi ai fini della conservazione fuori dall’ambito della commercializzazione, promuovere una visione flessibile e pluralistica della legislazione in grado di sostenere la diversificazione dei sistemi agricoli, non aggravare di burocrazia e controlli le ditte sementiere che lavorano a livello locale o regionale e sono sotto una certa soglia economica.
Altri due temi saranno all’ordine del giorno del negoziato: ridefinire lo spazio per le varietà da conservazione, dopo una valutazione dell’efficacia delle direttive adottate nel 2008, e creare un nuovo spazio per popolazioni, materiale eterogeneo e varietà biologiche. In parallelo, altre discussioni avranno un impatto sul futuro dei sistemi sementieri.

Infatti, il 2022 sarà anche l’anno delle decisioni sulle nuove tecnologie di miglioramento genetico, se considerarle o meno equivalenti agli OGM, e della messa a regime del nuovo sistema fitosanitario e relativi controlli. La carne al fuoco non manca…

Lettera congiunta alla Commissione Europea

Lettera congiunta alla Commissione Europea

Una visione comune per la diversità delle piante

Ad aprile 2021 una serie di organizzazioni europee ha inviato una lettera comune alla Commissione evidenziando i punti seguenti.

Le regole esistenti per la produzione e la commercializzazione delle sementi favoriscono l’uniformità e la produttività a breve termine a spese della diversità delle piante coltivate, dell’ambiente e della diversità degli attori che sviluppano le sementi e le rendono disponibili. Trascurano i diritti definiti dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e delle altre persone che lavorano nelle zone rurali (UNDROP) e il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (ITPGRFA), e dividono gli attori in categorie artificiali di “utenti” e “produttori” di sementi. 

Alla luce delle crisi del clima e della biodiversità, abbiamo bisogno di politiche che riconoscano, proteggano e sostengano il potenziale della diversità coltivata per favorire sistemi alimentari resilienti e garantire la nostra sicurezza alimentare futura. La diversità delle piante coltivate è il fondamento per guidare la transizione dei sistemi alimentari e invertire la perdita di biodiversità. 

La pandemia Covid-19 ha rafforzato questa necessità, e ha portato ad un aumento della domanda di semi ad impollinazione aperta adattati a livello locale e di prodotti locali. Il miglioramento genetico locale, la produzione e la gestione dinamica delle sementi, e la diversità dell’offerta commerciale di sementi, forniscono agli agricoltori opportunità di alto valore per attingere a questa domanda crescente, per esempio offrendo prodotti biologici, varietà tradizionali, specie trascurate e sottoutilizzate, e/o specialità regionali. 

Tuttavia, l’attuale quadro normativo sta deludendo gli agricoltori che operano al di fuori dell’agricoltura industriale, per esempio quelli che lavorano in condizioni agro-ecologiche o biologiche, quelli che vogliono lavorare con varietà ad impollinazione aperta, e quelli che lavorano in piccole superfici con stretti legami con i consumatori finali, poiché semplicemente non hanno accesso a varietà adatte alle loro esigenze e agli ambienti produttivi. Alla luce delle numerose sfide che l’agricoltura deve affrontare, è inaccettabile che il quadro di commercializzazione delle sementi discrimini quanti desiderano perseguire alternative caratterizzate da pratiche rispettose dell’ambiente e del clima. 

Qualsiasi riforma della legislazione sulla commercializzazione delle sementi deve realizzare il Green Deal europeo, le sue strategie per la biodiversità e Farm to Fork, e gli obiettivi dell’UE in materia di cambiamento climatico, promuovendo i diritti degli agricoltori alle sementi. Deve rispettare e sostenere gli sviluppi stimolanti del nuovo regolamento biologico, e anche riconoscere i considerevoli e costosi oneri imposti alla produzione e alla circolazione delle sementi dal nuovo regolamento fitosanitario, in particolare per i piccoli operatori. Deve essere coerente con gli impegni presi nell’ambito dell’ITPGRFA e della Convenzione sulla diversità biologica. Infine, ma non meno importante, deve far rispettare il diritto alle sementi e gli obblighi degli Stati di facilitare e rispettare questo diritto secondo l’UNDROP.

Ci sono stati alcuni miglioramenti nell’ultimo decennio, in particolare con le direttive sulle varietà da conservazione, e più recentemente nel nuovo regolamento del biologico. Tuttavia, la diversità è ancora limitata a nicchie, ognuna delle quali ha la sua serie di restrizioni, e la complessità del quadro stesso è proibitiva per molti piccoli attori. Le crisi del clima e della biodiversità, così come i cambiamenti sociali, economici e tecnologici nei decenni successivi all’adozione delle regole negli anni ’60, richiedono un ripensamento fondamentale.

Una legislazione riformata deve sostenere la diversità intraspecifica e intra-varietale, sostenendo così l’adattamento al cambiamento climatico, la transizione verso un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente, la produzione locale di sementi e cibo, i diritti degli agricoltori e diete più sane. Dovrebbe anche riconoscere e sostenere veramente la molteplicità dei sistemi sementieri, e offrire più scelta agli agricoltori. 

Per raggiungere questo obiettivo, la riforma deve riconoscere, proteggere e premiare il ruolo fondamentale giocato dai sistemi sementieri informali nella conservazione, nell’uso sostenibile e nella gestione dinamica della diversità, e nel garantire la resilienza dei nostri sistemi alimentari. Parallelamente alla legislazione e i diritti di proprietà intellettuale non devono danneggiare i diritti degli agricoltori. Tutti i quadri giuridici devono essere migliorati per evitare l’appropriazione indebita della diversità, compreso attraverso l’uso di informazioni digitali sulle sequenze genetiche.

I 34 FIRMATARI DELLA LETTERA
EU / REGIONALBiodynamic Federation Demeter Int
European Coordination Via Campesina
Reseau Meuse-Rhin-Moselle
AUSTRIAArche Noah / ÖBV-Via Campesina Austria
BELGIOBoerenforum, Vitale Rassen
CROAZIABiovrt-u skladu s prirodom – Biogarden
Croatian Org. Farmers’ Associations Alliance
Život – Association of Croatian family farms
ZMAG – Community Seed Bank
REPUBBLICA CECADemeter Czech & Slovakia / Permasemnika
CIPROCyprus Seed Savers
DANIMARCADemeterforbundet i Danmark
Frøsamlerne – Danish Seed Savers
ESTONIAMaadjas – Estonian Seed Savers
FRANCIADemeter France
Mouvement de l’Agriculture Bio-Dynamique
Le Réseau Semences Paysannes
GERMANIAD.V. Kulturpflanzen- und Nutztiervielfalt e.V.
GRECIAAegilops / Peliti
UNGHERIAMagház – Seed House
IRLANDAIrish Seed Savers Association
ITALIAAssociazione per l’Agr. Biodinamica in Italia
Demeter Associazione Italia
Rete Semi Rurali
LETTONIALatvian Permaculture Association
LUSSEMBURGOSEED Luxemburg
MALTANadir for Conservation
NORVEGIABiodynamic Association Norway
POLONIAFoundation AgriNatura for Agricultural Biodiversity
PORTOGALLOGAIA – Environmental Action and Intervention
Group
SVIZZERAGetreidezüchtung Peter Kunz
ProSpecieRara

Proposte specifiche per una possibile riforma:

Il campo di applicazione della legislazione dovrebbe essere delineato da una definizione rigorosa di commercializzazione limitata alle attività commerciali rivolte agli utilizzatori professionali di sementi. La legislazione, quindi, non dovrebbe regolare conservazione, uso sostenibile e gestione dinamica della diversità, compresi gli scambi di sementi tra agricoltori e hobbisti che sono gratuiti o che prevedono solo il rimborso delle spese. In particolare, non dovrebbe esistere un registro degli operatori. Questi sistemi sementieri, come sancito dall’UNDROP, devono essere fuori dal campo di applicazione della normativa. 

La legislazione deve garantire la libertà di scelta degli agricoltori sia per quanto riguarda le sementi (specie, varietà, popolazioni) che per quanto riguarda gli standard di produzione. 

Ci deve essere una chiara distinzione tra i regimi che concedono i diritti di proprietà intellettuale sulle nuove varietà vegetali e quelli che permettono l’accesso al mercato. La registrazione basata deve essere adattata e proporzionata ai bisogni e alle realtà della diversa gamma di attori, così come dei loro clienti. 

La legislazione deve garantire la trasparenza sui metodi di miglioramenti usati e sui diritti di proprietà intellettuale per tutte le varietà sul mercato.

– Le norme sulla sanità delle sementi e i meccanismi di controllo devono essere adattati ai rischi e alla scala di commercializzazione delle sementi, riconoscendo le diverse aspettative degli utenti e dei clienti riguardo ai criteri di qualità.

Commissione Europea comunica agli altri Organi della CE la proposta di revisione del processo decisionale in tema di OG

Con i documenti di seguito scaricabili la Commissione Europea comunica al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni la Proposta di Regolamento Europeo che modifica il Regolamento Europeo n. 1829/2003 per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare l’uso di alimenti e mangini geneticamente modificati sui loro territori.

 

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