Indagine sulla coltivazione di cereali in Veneto

Indagine sulla coltivazione di cereali in Veneto

Sei un’azienda agricola in Veneto che coltiva cereali?

Se si, ti chiediamo di spendere un po’ del tuo tempo per rispondere ENTRO DOMENICA 11 APRILE alle domande del questionario che trovi su questa pagina.

Il questionario si propone di mappare le coltivazioni di varietà locali, di vecchia costituzione e di miscugli o popolazioni di cereali e indagare sulla propensione delle aziende alla capacità di “fare rete”.

Il progetto CONSEMI oltre a prevedere la costituzione di una Casa delle Sementi già attiva ad Isola Vicentina, PROMUOVE LO SVILUPPO DI FILIERE di prodotti ottenuti dalla gestione dinamica di varietà e popolazioni di cereali e la COSTITUZIONE DI UNA PICCOLA DITTA SEMENTIERA.

Clicca qui per accedere al questionario.

Ti ringraziamo in anticipo della tua collaborazione!

L’iniziativa si inserisce nelle attività previste dal progetto “CONSEMI – CONsolidamento di filiere cerealicole innovative basate su SEMI adattati ai sistemi agroecologici”
Organismo responsabile dell’informazione: A.Ve.Pro.Bi.
Autorità di gestione: Regione del Veneto – Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste

L’importanza di relazioni costruttive

L’importanza di relazioni costruttive

di Claudio Pozzi

Questo numero del notiziario ci conduce in un viaggio attraverso i colori, le forme e i sapori. Abbiamo avuto modo di affrontare più volte il tema delle popolazioni di frumento che impegna sempre più numerosi attori: le filiere si vanno costituendo o consolidando ad ogni latitudine. Oggi sono 13 le popolazioni di frumento registrate in Italia e una di orzo. Ma non è che l’inizio. Tutto lascia presupporre che i numerosi processi di adattamento in corso ne vedranno apparire molte di più nei prossimi anni anche grazie alle importanti novità introdotte dal Regolamento Europeo sul Biologico la cui entrata in vigore è slittata al 2022: è il riconoscimento del valore della diversità nel favorire coltivazioni a basso impatto ambientale e ad alto valore nutrizionale.

Sperimentato il lavoro sul frumento e verificatone il successo, ci è parso naturale andare a testare un analogo processo di diversificazione su altre specie. Rete Semi Rurali, anche grazie a protocolli di intesa sottoscritti con alcuni Centri di Ricerca, sta lavorando alacremente su pomodoro, girasole, mais, riso e avena. Altre iniziative sono in corso su fagioli, zucchine e segale, spesso per iniziative locali da parte dei Soci e dei loro sodali.

Cosa ha di speciale questa attività? Si svolge quasi esclusivamente nelle aziende agricole permettendo, se tutto procede nel giusto verso, una rapida ricaduta sulla qualità del lavoro e delle relazioni degli agricoltori. Certo non è tutto regalato, è necessario l’impegno ad acquisire competenze di vario tipo: 

  • agricole: soprattutto nella rinnovata capacità di osservazione e di conseguente adattamento delle pratiche di campo ma anche della organizzazione della selezione, sanificazione e conservazione delle sementi;
  • organizzative: soprattutto nello stoccaggio e nella trasformazione del raccolto (specialmente per le specie agrarie);
  • relazionali: soprattutto nell’acquisizione di nuove forme di collaborazione fra i vari soggetti protagonisti della filiera ed in particolare con chi sostiene il processo attraverso l’acquisto.

Proprio una diversa visione e competenza nelle abilità relazionali è la chiave di volta che permette a tutto il processo di manifestarsi in forme concretamente innovative, foriere di benessere diffuso e duraturo nel tempo. Con la mancanza di tale attenzione l’innovazione sociale, tecnica e economica costituita dalle popolazioni ricascherebbe in una logica di mera competizione sul mercato, con il rischio di essere rapidamente vanificata dalla legge del più forte tipica di quel contesto. La strada che stanno prendendo i cosiddetti “grani antichi”, sempre più in balia della retorica e delle logiche di profitto del mercato convenzionale, sta a dimostrare che questo rischio è dietro l’angolo anche per le popolazioni. Solo coloro che nel tempo avranno costruito e mantenuto relazioni costruttive con la comunità di riferimento riusciranno a ridurre gli effetti della competizione e ad investire nella crescita del benessere della collettività.

Gli accadimenti di questi ultimi mesi sempre più ci confermano nella scelta compiuta in questo percorso. Se è vero che niente deve più essere come prima, che è necessario evitare di riprodurre le cause della crisi ambientale e delle sue conseguenze epidemiologiche, una agricoltura sempre più attenta alla riduzione degli sprechi energetici e del degrado del territorio, costruttrice di comunità che sappiano vivere la globalità con competenza organizzativa nella costruzione di economie locali responsabili e rispettose dei bisogni e dei diritti delle comunità vicine e lontane è l’unica possibile.

Formazione in campo sui cereali con la Rete dei produttori del Biodistretto Val Camonica, Edolo (BS), 20 luglio 2020 foto C. Benaglio/RSR
CERERE, un progetto europeo sulla formazione di reti tematiche

CERERE, un progetto europeo sulla formazione di reti tematiche

CERERE – Rinascimento dei cereali in Europa: incorporare la diversità nei sistemi alimentari da agricoltura biologica e a basso input

Grazie alla creazione di una solida rete multi-attore tra le comunità di pratica ed i ricercatori, il progetto CERERE si propone di convalidare, condividere e presentare le migliori pratiche esistenti sull’agrobiodiversità dei cereali e sulla qualità degli alimenti integrandole con i risultati della ricerca.

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