David Gould – Segretario generale Piattaforma Sementi IFOAM
A differenza dell’Unione Europea, gli OGM negli Stati Uniti sono stati in gran parte un “selvaggio west” non regolamentato sin dal 1996, anno di inizio della loro produzione commerciale.
Da allora, le colture GM con resistenza agli erbicidi e/o pesticidi dominano la superficie coltivata a soia, mais, cotone e barbabietole da zucchero degli Stati Uniti. Le leggi sull’etichettatura sono praticamente inesistenti. National Bioengineered Foods Disclosure Standard (NBFDS), entrato in vigore all’inizio del 2022, è quanto di più lontano si possa immaginare da una legge sull’etichettatura, in quanto copre solo una minima percentuale dei prodotti contenenti OGM effettivamente presenti sul mercato.
Le normative statunitensi sugli NGT si stanno dimostrando altrettanto poco rigorose, se non addirittura più deboli. Non esiste obbligo di etichettatura, tracciabilità o trasparenza. La notifica alle agenzie governative del rilascio di NGT nell’ambiente è più o meno volontaria. Si prevede quindi che nei prossimi anni un numero sempre maggiore di NGT entrerà sul mercato, dando inizio a un’era di sconvolgimenti genetici mai visti prima.
Il settore biologico, invece, ha adottato alcune misure relative a tutti i tipi di OGM, vecchi e nuovi. Tuttavia, le regole dell’USDA National Organic Programnon li hanno mai chiamati “OGM”, bensì “metodi esclusi/non ammessi” . Se un tempo questo termine infastidiva molte persone del movimento biologico (perché non chiamarli semplicemente OGM?), ora è diventato una garanzia di salvezza di fronte alle NGT. Tutte le nuove tecniche genomiche che rientrano nel termine NGT sono state esplicitamente indicate come “metodi esclusi” dal National Organic Standards Board, che fornisce pareri giuridicamente vincolanti all’USDA sulle regole del biologico. Almeno sul fronte del bio, questo annulla la strategia dell’industria biotecnologica di non considerare le NGT alla stregua dei precedenti OGM. Naturalmente, si tratta di una protezione solo parziale, poiché la minaccia di una contaminazione involontaria è sempre presente.
Convivendo con gli OGM non regolamentati per così tanto tempo e praticamente senza alcun sostegno da parte del governo, il settore privato in Nord America (la situazione del Canada non è molto diversa da quella degli Stati Uniti) ha avviato iniziative significative per individuare gli OGM, e costruire filiere prive di OGM a tutela dei consumatori e degli attori intermedi. Una di queste iniziative è il Progetto “Non-GMO” che aggiunge al certificato biologico un sigillo che garantisce l’assenza di OGM. Sebbene alcune parti ritengano che il Progetto sia in concorrenza con il biologico o possa confondere, il sentimento predominante tra i consumatori è che i due bollini sianocomplementari.
Con la nuova e amplificata minaccia degli NGT, altre iniziative, come la National Organic Coalition negli Stati Uniti e la Canada Organic Trade Association, hanno intensificato i loro sforzi per sensibilizzare l’opinione pubblica, influenzare i responsabili politici e stimolare misure proattive per assicurare che le opzioni non OGM rimangano disponibili. La Piattaforma Sementi di IFOAM svolge un ruolo di coordinamento e di creazione di reti tra organizzazioni e individui coinvolti in questi sforzi. Il suo Protocollo di valutazione del rischio e della sicurezza globale per le nuove tecnologie genomiche, pubblicato di recente, viene utilizzato come base di conversazione per coloro che sostengono il rilascio non regolamentato delle NGT o che credono ciecamente nella loro sicurezza senza serie prove scientifiche. Un’altra iniziativa in corso è un database coordinato per il monitoraggio delle biotecnologie, per analizzare continuamente le NGT in tutte le fasi di sviluppo, aiutare a preparare i dispositivi regolatori, e informare gli organismi di controllo e gli attori della filierain modo che possano valutare e controllare il rischio e assicurare che le catene di approvvigionamento non OGM siano monitorate costantemente.
Indipendentemente dal luogo, la trasparenza è fondamentale. L”etichettatura e la tracciabilità, l’accesso alle informazioni suorigine, nonché al materiale genetico ingegnerizzato, sono elementi fondamentali per garantire una corretta valutazione del rischio e dell’autenticità delle filiere , così comeper sviluppare protocolli analitici per le NGT che finora non esistono o non sono facilmente accessibili. La tecnologia di rilevamento migliorerà con il tempo. Nel frattempo, la Piattaforma Sementi di IFOAM ha in programma lo sviluppo di materiali didattici e di formazione sulla valutazione del rischio per gli attori delle filieree per le autorità di regolamentazione, al fine di continuare a proteggere il settore biologico e quello più ampio dei prodotti non OGM.
ITALIA/ Approvata la sperimentazione della prima pianta NGT!
L’Italia è uno strano paese: grazie al decreto di urgenza in tema di siccità e bacini idrici (convertito nella legge 68 del 13 giugno 2023) sono state semplificate le procedure per i test in campo dei nuovi OGM e questa primavera l’Università di Milano ha chiesto di potere sperimentare una varietà di riso resistente al brusone, un fungo che attacca questa coltura. Niente a che vedere con l’emergenza siccità, ma è così che funziona la politica. Mentre a livello europeo si discute come regolamentare queste colture, l’Italia fa da apripista approvando la coltivazione di una parcella di 28 mq di una pianta di riso denominato Telemaco e classificato come NGT-1 perché modificato in 3 geni il cui silenziamento, attuato con la tecnologia CRIPR-Cas9, si suppone dovrebbe aumentare la tolleranza al brusone.Per aggiornamenti sulla campagna Stop Nuovi OGM: https://cambiareilcampo.noblogs.org.
Aggiornamento sul processo politico dell’UE riguardo le cosiddette Nuove Tecniche Genomiche
di Helene Schmutzler – IFOAM Europe
In vista delle elezioni di quest’anno, le istituzioni dell’UE hanno accelerato il lavoro su molti e importanti dossier, facendo avanzare il più rapidamente possibile alcune proposte legislative. Ma affrettare i processi legislativi non è necessariamente un bene per l’alimentazione e l’agricoltura. Questo è chiaramente visibile nella tempistica accelerata con cui sta procedendo il negoziato sulla proposta della Commissione riguardo alle nuove tecniche genomiche (NGT), un argomento controverso con importanti questioni in gioco, come la protezione dell’ambiente e la libertà di scelta di cittadini e produttori. Dopo la pubblicazione della proposta nel luglio 2023, sono iniziati due processi negoziali paralleli: il primo in seno al Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e l’altro in seno al Parlamento europeo.
La Presidenza non è riuscita a raggiungere un accordo nel Consiglio dei Ministri, né a dicembre, quando è stato messo ai voti, né a febbraio. Tra i motivi del dissenso vi sono le forti preoccupazioni per l’impatto della deregolamentazione sul miglioramento genetico (a causa della questione dei brevetti) e la mancanza di soluzioni praticabili per la coesistenza con l’agricoltura biologica (e senza OGM). Ciononostante, vi sono ancora forti pressioni per accelerare il processo legislativo e spingere gli Stati membri ad arrivare a un accordo sulla proposta legislativa. Il Parlamento europeo ha raggiunto una posizione nella votazione plenaria del 7 febbraio 2024. Secondo IFOAM Organics Europe, il risultato è un passo indietro in termini di biosicurezza e di libertà di scelta per i consumatori, ma gli eurodeputati hanno salvaguardato alcuni requisiti minimi di trasparenza e hanno persino reintegrato le disposizioni sulla tracciabilità, su cui gli Stati membri dovrebbero basarsi per garantire la libertà degli agricoltori di non utilizzare l’ingegneria genetica.
Il movimento per il bio è compatto contro gli OGM vecchi e nuovi a livello europeo e internazionale
A causa dei rischi e delle conseguenze potenziali degli OGM vecchi e nuovi, l’uso delle NGT è in conflitto con il principio di precauzione. Pertanto, come si evince anche dalla bozza di proposta della Commissione, l’uso delle NGT non è in linea con i principi dell’agricoltura biologica, considerando anche peraltro che i produttori biologici devono soddisfare le aspettative dei consumatori che non vogliono OGM nel piatto. Il movimento del bio ha espresso chiaramente la sua posizione sull’ingegneria genetica nel documento adottato nel 2017 in occasione dell’Assemblea generale di IFOAM – Organics International, svoltasi a Nuova Delhi. lFOAM Organics Europe ha inoltre adottato una risoluzione durante l’Assemblea generale del 2023, in cui ricercatori, agricoltori, trasformatori, certificatori, commercianti e dettaglianti biologici chiedono di preservare la loro libertà di scelta di rimanere liberi da OGM.
Il movimento per il bioritiene che, sebbene l’innovazione orientata alla sostenibilità nella selezione delle piante sia necessaria, sia sbagliato e dannoso ridurla alla modifica del DNA di una singola coltura o varietà. La ricca esperienza dell’agricoltura biologica degli ultimi decenni dimostra che una prospettiva agroecologica dei nostri sistemi alimentari, basata su una combinazione di strategie e strumenti e sulle interazioni tra ecosistemi, è ciò che crea resilienza a lungo termine. Il miglioramento genetico per il biologico è un approccio basato sul sistema con al centro la biodiversità e la salute degli ecosistemi.
Le 3 preoccupazioni chiave del movimento biologico
1. IFOAM Organics Europe sottolinea l’importanza che il nuovo regolamento mantenga il divieto esplicito di tutte le NGT nel biologico, per garantire la necessaria chiarezza giuridica e stabilire le salvaguardie essenziali di una produzione priva di OGM.
2. Il divieto delle NGT di categoria 1 e 2 nel biologico deve essere sostenuto da un quadro giuridico e da mezzi tecnici adeguati, cosa che non avviene nell’attuale proposta della Commissione. Ci vorrebbero infatti misure di tracciabilità lungo l’intera filiera per consentire agli operatori del settore alimentare di evitare la presenza accidentale o inevitabile di NGT nel loro processo di produzione. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero disporre di una chiara base giuridica per adottare misure di coesistenza a livello nazionale e regionale.
3. L’impatto che l’eliminazione dell’obbligo di identificazione e tracciabilità delle NGT avrebbe sul modello europeo di miglioramento genetico vegetale è molto preoccupante. Oltre a un’ulteriore concentrazione del mercato sementiero, l’aumento dei brevetti ridurrà la diversità genetica disponibile per lo sviluppo di nuove colture e soffocherà l’innovazione, riducendo le scelte per gli agricoltori e i consumatori. Né il piano della Commissione europea di pubblicare un’analisi sull’impatto dei brevetti nel settore del miglioramento genetico vegetale entro il 2026, né la posizione assunta dal Parlamento europeo sono sufficienti, in quanto si tratta solo di tentativi di paravento senza una soluzione efficace e sostanziale.
In occasione de Consiglio “Ambiente” 20 dicembre la RSR scrive al Ministro Cingolani, aderendo all’appello di IFOAM e FIBL per sostenere il principio di precauzione nella regolamentazione delle piante ottenute con nuove tecniche genomiche
credits Friends of the Earth Europe
Spettabile Ministro Cingolani,
Le scriviamo per chiederle, sulla base delle osservazioni di seguito riportate, di difendere l’attuale rigida regolamentazione degli organismi geneticamente modificati (OGM) alla prossima riunione del Consiglio Ambiente del 20 dicembre. La Commissione europea si sta orientando verso l’esclusione della nuova generazione di OGM (GE) dal quadro normativo dell’UE per gli OGM. La Commissione sostiene infatti che alcune piante selezionate e riprodotte con le cosiddette “nuove tecniche genomiche” possano contribuire alla sostenibilità del modello agricolo europeo, e prevede di introdurre un quadro normativo distinto e per molti versi favorevole al loro utilizzo. Questo significherebbe la riduzione e l’abolizione delle norme esistenti per tali produzioni, soprattutto per ciò che riguarda il rischio di contaminazione ambientale, la tracciabilità e l’etichettatura. Con questa decisione, sia il monitoraggio del rischio ambientale che la responsabilità del produttore sarebbero sostanzialmente indeboliti se non eliminati. Ad oggi, riteniamo inderogabile l’introduzione di un nuovo protocollo di tutela per ciò che riguarda le NBT, ma le argomentazioni pervenute rimangono estremamente vaghe, e non ci sono finora criteri o metodologie chiare per la loro applicazione. Quando, nel 2019, il Presidente della Commissione Barroso decise di trasferire la responsabilità del dossier OGM dalla DG ENVI alla DG SANTE, i Ministri dell’ambiente e il Consiglio dell’ambiente hanno avuto il ruolo di indirizzo sul quadro giuridico e sulle autorizzazioni alla commercializzazione degli OGM sulla base della preminenza degli aspetti della biosicurezza e dei potenziali impatti ambientali in gioco, temi che si ripropongono anche nel caso delle nuove tecniche GE. La preghiamo quindi di sostenere le tesi della delegazione austriaca in sede di Consiglio. Chiediamo di sostenere le informazioni presentate dall’Austria, che sottolineano la necessità di rispettare il principio di precauzione e il diritto dei consumatori ad essere informati. L’Italia deve giocare un ruolo nel “Consiglio Ambiente” di dicembre per difendere una regolamentazione rigorosa. La pietra miliare della legislazione UE sugli OGM, la direttiva 2001/18, è stata originariamente discussa e concordata dai Ministri dell’ambiente dell’UE. Pone molta attenzione agli aspetti ambientali, compresi gli impatti potenzialmente negativi sulla natura, gli ecosistemi e le specie in pericolo. Tuttavia, il Consiglio Ambiente non ha fatto parte delle discussioni in corso sulle GE: solamente il Consiglio Agricoltura ha discusso i piani della Commissione nel maggio 2021. Il Consiglio Ambiente del dicembre 2021 potrebbe essere l’unica occasione per i Ministri dell’ambiente per prendere posizione. L’imminente confronto sarà un’importante opportunità per esprimere preoccupazioni sul potenziale indebolimento degli standard ambientali per gli OGM creati con le nuove tecnologie. Sarà anche un’opportunità per presentare i vostri punti di vista su come il quadro esistente riguardo agli OGM dovrebbe essere applicato, e quali elementi debbano essere mantenuti nel caso in cui il quadro giuridico venga modificato. Le chiediamo di prendere posizione in difesa di una valutazione rigorosa della sicurezza per tutti gli OGM, comprese le piante ottenute per mutagenesi diretta e cisgenesi, e di ribadire l’importanza del principio di precauzione come fondamento di qualsiasi quadro giuridico dell’UE per gli OGM. Le organizzazione della società civile, i produttori biologici e non OGM sono profondamente preoccupati Da parte nostra, siamo molto preoccupati che la Commissione europea presenti le “nuove tecniche genomiche” come un modo per ottenere sistemi alimentari più sostenibili e come uno strumento per ridurre l’uso di pesticidi. La tecnologia GE non è altro che una pericolosa distrazione dai reali progressi verso la sostenibilità. L’attuale attenzione su presunte soluzioni tecnologiche ai problemi sistemici che l’agricoltura di oggi deve affrontare, sta allontanando le risorse urgentemente necessarie alla ricerca e all’applicazione di approcci realmente sistemici che affrontino le cause dei problemi piuttosto che trattarne i sintomi. In breve, la presentazione degli OGM come modo per raggiungere la sostenibilità dal nostro punto di vista non è altro che uno spreco di tempo e denaro, che solleva più domande e rischi di quanti ne risolva. I governi devono rispettare e applicare la sentenza della Corte di giustizia europea e garantire che la nuova generazione di OGM sia adeguatamente regolamentata nell’ambito dell’attuale quadro UE sugli OGM. Si deve garantire la sicurezza e la trasparenza per gli allevatori, gli agricoltori, i trasformatori di cibo e i consumatori. Nel caso in cui vengano identificati problemi ambientali, la trasparenza, la tracciabilità e l’attribuzione di responsabilità sono cruciali. Molte grazie per aver considerato le nostre richieste. Cordiali saluti, Per Rete Semi Rurali il Coordinatore Claudio Pozzi
Il boom degli ultimi anni obbliga il movimento a nuove sinergie per sostenere l’innovazione e ottenere supporto tecnico oggi mancante
di Riccardo Bocci – Tratto da Altreconomia 241 – Ottobre 2021
Dal 6 al 10 settembre 2021 si è tenuto a Rennes (Francia) il Congresso mondiale del biologico della Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica (Ifoam, ifoam.bio). Si tratta del momento più importante di scambio di conoscenze, esperienze e politiche organizzato da Ifoam ogni tre anni. La scelta della Francia è stata altamente simbolica perché proprio qui, nel 1972, Ifoam è stata fondata durante un congresso dell’organizzazione francese Nature et progrès. A quei tempi ancora non si parlava di certificazione e nessuno poteva prevedere il boom economico di questi ultimi anni. Nature et progrès ha poi scelto di rimanere fuori dalla certificazione di terza parte, diventata legge con i regolamenti comunitari del 1992, e ha continuato a etichettare i prodotti dei suoi associati con il sistema della garanzia partecipata senza poter mettere il logo del bio europeo. Lo slancio filosofico, sociale ed etico legato alla nascita di Ifoam del 1972 è stato nel tempo assorbito dalla certificazione e (oggi più che mai) dal settore commerciale, che vede nella grande distribuzione organizzata e nell’hard discount il principale volano del biologico ai consumatori.
Nelle intenzioni degli organizzatori le giornate di Rennes avrebbero dovuto essere un momento di riflessione per capire come rispondere alle sfide che il biologico si trova ad affrontare in conseguenza del suo successo. Purtroppo, la gestione ibrida dell’incontro (un po’ in presenza e la maggior parte dei partecipanti online) non ha permesso di avere una riflessione strategica condivisa, lasciando la questione irrisolta sul tavolo: come mantenere intatte le istanze innovative, etiche e sociali del biologico in un mercato che tende a standardizzarlo e convenzionalizzarlo?
Trovare la risposta non sarà facile, ma la strada dovrà passare da un confronto serrato tra pratiche ed esperienze locali e mondo della trasformazione e distribuzione specializzato sul biologico con l’obiettivo di trovare delle sinergie che sostengano l’innovazione, l’animazione e l’assistenza tecnica necessari.
1972 L’anno di fondazione della Federazione Internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica (Ifoam) che oggi ha membri in oltre cento Paesi.
Un dato è emerso chiaramente nella sessione di apertura del Congresso riportato da Nicolas Hulot, ambientalista francese e ministro dimissionario della Transizione ecologica del Governo Macron per manifesta impossibilità a imporre il tema ambientale nell’azione del governo. In Francia e in Europa i fondi pubblici destinati alla ricerca per il biologico sono solo l’1% del totale della ricerca agricola, e la situazione non è diversa in Italia. A fronte di una crescita economica e di superficie coltivata, il sistema di ricerca e assistenza tecnica è rimasto sostanzialmente “convenzionale”: il biologico non ha quel supporto tecnico e scientifico che sarebbe essenziale per svilupparsi. Non è una sfida facile perché si tratta di riorientare le scienze agrarie rispetto agli indirizzi degli ultimi quarant’anni: uscire dalle stazioni sperimentali e dai laboratori per andare incontro alla diversità delle reali condizioni di coltivazione degli agricoltori e ai loro bisogni, favorendo la partecipazione di tutti gli attori coinvolti (anche i cittadini) e decentrando le attività. In ambedue i casi -il mercato e la ricerca- la soluzione andrà cercata nella ricostruzione di quei corpi sociali intermedi che stiamo vedendo lentamente scomparire: non più organizzazioni o sindacati di settore, ma realtà sociali ibride, fortemente connesse con i territori su cui insistono, capaci di parlare “lingue” diverse e mettere in relazione innovazione, mercato e assistenza tecnica in una visione condivisa e inclusiva della società.
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