Dal sito di Coltivare condividendo

 

A distanza di qualche giorno da “Chiamata a Raccolto” la prima parole che ci viene in mente pensando alla riuscitissima giornata feltrina è.. GRAZIE !!!

 Un grazie immenso alle oltre 3000 persone che ci hanno fatto visita e a tutti gli espositori (giunti da tutte le regioni del Nord Italia) che hanno costruito assieme a noi una domenica per davvero speciale.

 Dal sito di Coltivare condividendo

 

A distanza di qualche giorno da “Chiamata a Raccolto” la prima parole che ci viene in mente pensando alla riuscitissima giornata feltrina è.. GRAZIE !!!

 Un grazie immenso alle oltre 3000 persone che ci hanno fatto visita e a tutti gli espositori (giunti da tutte le regioni del Nord Italia) che hanno costruito assieme a noi una domenica per davvero speciale

Un affluenza e un interesse del genere non ce lo aspettavamo proprio e cio’ ci da ulteriore forza ed energia per migliorarci continuando a credere, costruire iniziative e momenti legati a biodiversità, biologico, tutela di territorio, paesaggio, salubrità e soprattutto all’intrecciare relazioni e condivisioni..

 Un immenso grazie anche a chi si è occupato dei vari laboratori (l’associazione i margini e Mauro Flora), dell’ambito musicale (M. Scapin), delle letture.. di chi ci ha fatto vedere come ci si auto produce il sapone o impaglia una sedia..o ha fatto conoscere Feltre (oltre 100 i biglietti staccati al museo) a molti visitatori di fuori provincia (assoc. la Fenice) senza dimenticarci dell’… “uomo albero”..

 Per un resoconto della giornata segnaliamo due scritti uno di R. Scottinipubblicato sul Corriere delle Alpi

 ..uno dell’amico Teodoro Margarita

 

A breve ci ritroveremo, come gruppo coltivare condividendo, per riflettere su questa giornata che ci ha lasciato per davvero spiazzati .. che certo, ha avuto lacune e momenti decisamente migliorabili.. ma che ha dato forma a un sentire (che percepiamo essere molto diffuso) a un esigenza.. di salubrità.. di auto produzione.. di sostenibilità.. di biologico e di biodiversità.. di partecipazione.. di relazioni.

 Abbiamo voluto che questa giornata fosse a “ingresso gratuito”, totalmente auto finanziata (e non mancherà nemmeno un resoconto economico di chiamata a raccolto), in cui, non solo il poter vedere mostre e banchetti sicuramente non banali, ma anche il partecipare a laboratori.. o l’assaggiare cibo di qualità fosse tutto basato sull’offerta libera. Un modo per dire.. la salubrità..la qualità ..il biologico.. la conoscenza non sono un qualcosa per un “circolo ristretto di persone” non sono “elementi di nicchia” ma possono e devono essere ..per tutte e per tutti..

 Un ..per tutte e per tutti..che si costruisce ricorrendo alle relazioni. All’intersecare conoscenze e competenze.. per costruire assieme e aprire a tutti Con una logica non “economicista” (del massimo profitto) ma partecipativa.. di condivisione.. di “qualità”.

 Come ad esempio il voler ospitare gli espositori che venivano da più lontano o il ritagliarsi dieci minuti per mangiare qualcosa assieme (e quindi aver modo di dialogare.. sentirsi).

 Sicuramente anche la scelta di non proporre la classica “spina della birra” o il bancone degli alcoolici è una scelta anomala.. come lo è il puntare sul assaggi solamente vegetariani. Un tentativo di coniugare “quantità” (di partecipanti..di espositori) con qualità (degli assaggi, di contenuti, di mostre e laboratori).

 Un altra grande soddisfazione la abbiamo avuta ieri..al termine delle pulizie del bocciodromo abbiamo riscontrato che oltre 3000 persone.. un intera giornata di “festa” aveva prodotto solo una borsa di “rifiuto non riciclabile” .. e pensiamo non sia cosa da poco.

 La soddisfazione più grande è comunque stata quella di incontrare tantissime persone con le “loro” sementi.. qualcuno ci ha “restituito” semi ricevuti la scorsa primavera a Fonzaso, altri ci hanno affidato preziose sementi (e con esse..storie..racconti..aneddoti) tramandate da generazioni..

 sicuramente l’ antica e nobile pratica dello scambio di sementi antiche.. partecipata e diffusa..e le persone che in essa credono, che la mantengono viva.. hanno dato un senso profondo a questo evento..lasciato un segno profondo in noi..

 Per concludere questo scritto.. riportiamo il bellissimo scritto dell’ amico Teodoro Margarita (civiltà contadina).. che domenica mattina ha aperto “chiamata a raccolto”

 Ciò che deve saper fare il custode di semi.

 Se ti prendi a cuore un seme devi amarlo. Devi capirlo. Devi rispettarlo.

 Un seme ha memoria, Un seme conosce meglio di te la luna, il tempo e le stagioni.

 Un seme sa essere amico del gelo e della neve.

 Un seme sa come farsi trasportare dal vento nella chiara luce oppure può preferire il buio pesto dello stomaco di un uccello.

 Un seme sa aggrapparsi e può marciare per miglia e miglia e può lasciarsi andare.

 Un seme è amico del vasto oceano e può farsi cullare dalle onde, indifferente alle tempeste,

 incurante degli squali, può danzare sul dorso delle balene e dei delfini.

 Un seme ha più senso dell’umorismo di Charlie Chaplin e può farsi sputar fuori , a freccia o può nascere solamente con la morte dell’organismo, vievnte, che lo ospita.

 Un seme assume le mille e più bizzarre forme che la natura conosca, un seme è capace di sopravvivere al gelo e dormire, paziente e risorgere, dopo trentaduemila anni.

 Se decidi di occuparti di un seme fatti bambino e impara da lui.

 Impara la pazienza e vivi con le stagioni, osserva la luna ed annusa il vento.

 E se , nonostante tutto questo, il tuo seme non germinasse o addirittura, morisse, tu, se decidi di occuparti del seme, cercane un altro e ricomincia, ostinato.

 Il seme è il bios, la vita, sta in lui il futuro o la desolazione, perciò, tu, non modificherai il seme.

 Tu spargerai solamente il buon seme, esattamente come nel ventre di una donna che vuol diventare madre, tu ti curerai della sua salute, che esso sia bello, forte, integro e se un seme ti è stato donato da un vecchio, proveniente dal passato, se un seme ti racconta storie di mani e di campi, sapori antichi e dolori, tu lo accoglierai e potrai solamente rassicurarlo, tu, con la tua fragilità, tu, con la tua forza, speranza, pazienza, tenacia,

 tu, sarai il tramite della continuazione.

 Perchè un seme , un seme buono è come un canto dell’Iliade, è come un affresco pompeiano, un prezioso manoscritto egizio. Un seme è una canzone che ci viene dal passato, nel seme sta il sublime e sta la speranza, Il seme, come l’acqua, bene comune.

 Un seme, culla della vita, portatore di mistero e di conoscenza.

 Tu seminerai e raccoglierai, tu sarai forte, tu porterai innanzi il frutto.

 Gandhi ha scritto: Il frutto è nel seme come il fine è nei mezzi”.

 Dante ha scritto che “il buon seme si vede dall’erba”

 Seminando e conservando, raccogliendo e disseminando, tu ti farai vento e cascina.

 Un seme è un figlio ed è un padre, è anche un nonno, verrà il giorno in cui e non è lontano, quando un solo seme sarà stato gettato via, si griderà all’aborto, verrà un giorno in cui i semi buoni saranno contesi e cacciati , cercati e bramati più dell’oro.

 Noi, questo tempo, non vorremmo vederlo e facciamoci allora, tutti quanti, su ogni balcone, in ogni giardino, in ogni orto, salvatori di buoni semi.

 Facciamoci tramite di democrazia e di autonomia, facciamoci portatori di riproducibilità.

 Diana di Efeso, la Dea dei mille rossi semi di melagrana, signora della fertilità ci assista e Diana, signora della luce, ci assista.

 Vincere la battaglia del seme è vincere la lotta per la vita e dobbiamo vincere.

 Nessun seme vada dunque perduto.

 

Teodoro Margarita, salvatore di semi.