Nell’ambito del progetto AfriFOODlinks, RSR ha concluso una formazione intensiva di tre giorni a Niamey, in Niger, rivolta ai produttori di sementi e vivai.
L’iniziativa aveva come obiettivo quello di consolidare le competenze necessarie per produrre localmente piantine e sementi di alta qualità, un elemento chiave per sviluppare un’agricoltura urbana più resiliente e capace di offrire alimenti dal’alto valore nutrizionale.
Sono stati sottolineati i vantaggi di una scelta di questo tipo: una buona semente locale e autoprodotta è il punto di partenza per una produzione sostenibile perché permette di ridurre la dipendenza da input esterni, è più adatta alle condizioni agro-climatiche del territorio, contribuisce alla tutela della biodiversità, la scelta delle sementi influisce direttamente sulla qualità nutrizionale dei prodotti, essenziale per la sicurezza alimentare nelle comunità urbane. Durante i tre giorni di formazione sono state illustrate tecniche di produzione in vivaio e per la preparazione di un substrato ottimale, insieme ai criteri per identificare e classificare le sementi di buona qualità.
Si è, inoltre, parlato anche di strategie per la selezione, conservazione e diffusione delle varietà locali, nonché dell’importanza dell’acqua d’irrigazione e delle caratteristiche del suolo nella fase delicata della germinazione.
Un ringraziamento a Jigo Moumouni (agronomo ACRA Niger), Ahamed Massa (Programme Manager ACRA Niger) e Haassoumi Toudjani (Municipio di Nimey) , a tutti i produttori e produttrici presenti per aver collaborato alla formazione verso pratiche più consapevoli e efficaci e aver condiviso i propri semi con la “Casa delle Sementi di niamey “
Questa iniziativa rientra in una strategia più ampia che punta a promuovere sistemi alimentari urbani sostenibili, partendo dalle sementi, passando per la formazione e arrivando a tavola con cibi sani, locali e ricchi di nutrienti. Il futuro dell’agricoltura urbana parte da qui: dalla terra , dalle mani dei produttori e dalla qualità di ciò che seminiamo.
Si terrà a Catania l’incontro annuale del progetto COUSIN (cousinproject.eu/), ospitato dal Dipartimento Agricoltura, Cibo e Ambiente (Di3A), dal 19 al 21 febbraio. A un anno dall’inizio del progetto, la riunione sarà un momento importante per definire le attività sperimentali sulle 5 colture su cui lavora il progetto (frumento, pisello, brassicaceae, orzo e lattuga), oltre che per finalizzare le modalità con cui i partner fanno circolare il materiale vegetale, ad esempio attraverso l’uso dell’easy SMTA del Trattato FAO e di regole dedicate per quel materiale già sviluppato dai partner, ad esempio tramite incroci con tra varietà e parentali selvatici. Non è un caso che l’incontro sarà in Sicilia, regione che, come abbiamo avuto modo di raccontare nel Notiziario 39 (rsr.bio/notiziario-39/), vede la presenza di parentali selvatici di brassicaceae, oggetto di raccolta in situ da parte del Dipartimento di Catania.
Rete Semi Rurali è partner del progetto europeo COUSIN (sito) che si occupa di lavorare sul tema dei parentali selvatici delle specie agrarie, in particolare su lattuga, brassicaceae, pisello e cereali. Esiste un progetto gemello, FruitDiv ( https://fruitdiv.eu/), che, invece, concentra le sue attività sulle piante da frutto. Questo progetto ha sviluppato un questionario per capire il livello di conoscenza da parte dell’opinione pubblica degli alberi da frutto selvatici.
FruitDiv è un progetto di ricerca europeo lanciato il 1° gennaio 2024 finanziato nell’ambito del programma Horizon Europe per un periodo di cinque anni (gennaio 2024-dicembre 2028). FruitDiv mira a monitorare, caratterizzare, utilizzare e conservare la diversità dei Crop Wild Relatives (CWR) degli alberi da frutto, con particolare attenzione ai frutti a pomacee (Malus, Pyrus) e a quelli a nocciolo (Prunus).
Il consorzio FruitDiv è coordinato dall’INRAE. Include 26 partner multidisciplinari provenienti da 10 Stati membri dell’UE e da altri quattro paesi europei.
In recent decades, the use of fertilizers and pesticides has doubled global food production but has also led to significant environmental problems, including eutrophication, reduced biodiversity, and a substantial contribution to global warming. These rapid changes are pushing agriculture towards a fundamental transformation, necessitating sustainable alternatives to reduce the carbon footprint of agricultural practices and enhance plant adaptation to environmental stresses. Exploiting soil microbial communities offers great potential to improve the efficiency of agricultural production, increase resilience to environmental stresses, and promote the agroecological transition of food systems. Soil microbiota influence plant growth, health, and stress resistance by facilitating the uptake of essential nutrients such as nitrogen and phosphorus, and by helping plants resist drought, high salinity, and pathogen attacks.
The impact of microorganisms on plant growth
Research is focusing on optimizing soil microbial communities for beneficial interactions with plants by selecting plant varieties that respond well to these microbes. New tools now allow us to explore plant-microbiome interactions in unprecedented detail, revealing insights into resistance mechanisms against simultaneous pathogen attacks and interactions with beneficial microbes. A new conceptual framework for improving microbial inoculation success is emerging.
The impact of microorganisms on plant growth and health has led to the integration of the microbiome into the basic model that determines a plant’s phenotype (Y) through the relationship between genotype (G) , epigenetic (eG) and environment (E), resulting in the model Y ∼ G x eG x E x M. Microbial inoculation only enhances the ability to cope with stress when all factors are aligned: the plant genotype must respond to the inoculated microorganism, the inoculant must adapt to the soil’s physical-chemical environment, and it must establish itself in the local microbiome.
While the role of plant-associated microbes in plant health is clear, a comprehensive understanding of how plants influence their microbiome, both in harmful and beneficial ways, is still under development. There is growing evidence of genetic variation in the regulation of plant-microbe interactions, which plant breeders can exploit. This new breeding strategy proposes incorporating the entire plant holobiome into resistance selection strategies to discover complex defense mechanisms.
Reducing the use of agrochemicals
Microbiome-assisted plant production aims to maintain yields while reducing the use of agrochemicals. Instead of relying on fertilizers and pesticides, beneficial microbes are added to the soil or plants, with specific plant species enriching these microorganisms and soil management practices creating favorable conditions. Many microorganisms improve plant nutrition or increase resistance to stresses, offering promising opportunities to ensure crop productivity and stability.
However, large-scale adoption of these technologies faces challenges, such as “context dependency,” where the benefits of microbes can vary significantly depending on environmental factors such as soil type, climate, and crop species. This variability complicates the prediction of outcomes in different agricultural contexts. Inoculation of selected microorganisms is promising but faces obstacles related to regulation, registration, consumer acceptance, and market dynamics.
A sustainable and reliable agricultural practice
Progress has been made with microbial consortia for biocontrol and biofertilization, where the synergy between fungal and bacterial strains promotes plant growth and suppresses pathogens. However, improving application technologies and formulations to achieve high cell counts and shelf life remains essential.
To advance microbiome-assisted plant breeding, a thorough understanding of genotype-microbiome interactions and the ecology of the inoculating strains or consortia is crucial. Efficient screening tools are needed to select suitable plant genotypes and consider the variability of the soil microbiome in different environments. With an integrated, science-based strategy, microbiome-assisted crop production could become a sustainable and reliable agricultural practice, ensuring food security in a changing world.
In this context, agroecology provides a fundamental framework. This approach combines scientific knowledge and local experience to promote sustainable, resilient, and diverse agricultural systems. Agroecological transformation enhances plant-microbe interactions, reduces dependence on chemical inputs, and improves soil health. The adoption of agroecological breeding strategies promotes agriculture that mitigates climate change, conserves biodiversity, and ensures food security
Dal 17 al 20 settembre 2024, Rete Semi Rurali è stata impegnata nell’ambito del progetto LiveSeeding, che ha tenuto il suo terzo Annual General Meeting a Novara.
Il 17 settembre, RSR ha partecipato a un incontro presso la Fondazione Cariplo a Milano, insieme a consiglieri e assessori di diverse municipalità, tra cui Scandicci, per discutere delle politiche locali del cibo nell’ambito del Milan Urban Food Policy Pact (MUFPP). Durante l’incontro si è discusso della necessità di integrare strategie e azioni legate all’agrobiodiversità e al sistema sementiero nelle politiche pubbliche metropolitane. Sono stati presentati esempi concreti di politiche del cibo in città come Rennes (Francia), Ginevra (Svizzera), Granollers (Spagna), Scandicci e Milano (Italia), evidenziando approcci innovativi per promuovere sistemi alimentari sostenibili e resilienti. Questo incontro ha anticipato le tre intense giornate di lavoro nell’ambito del progetto LiveSeeding all’Hotel Novarello, durante le quali partner provenienti da tutta Europa si sono confrontati sui prossimi passi da compiere per promuovere la crescita del settore biologico e delle sementi biologiche per una transizione verso sistemi alimentari sostenibili e diversificati in Europa. Si è trattato di tre giornate ricche di scambi di conoscenze e opportunità di collaborazione, cruciali per diffondere i risultati raggiunti fino a questo punto e per pianificare collettivamente il terzo anno del progetto. Nella prima giornata sono stati affrontati temi trasversali, quali lo sviluppo e la complessità del materiale organico eterogeneo (OHM) e delle varietà organiche (OV), protocolli per le varietà biologiche, la tracciabilità e le linee guida per il breeding. Si è discusso di politiche alimentari urbane e si sono tenuti diversi workshop. Inoltre, gli attori coinvolti nei Living Labs, impegnati nel breeding e nello sviluppo del settore e della sua filiera, hanno avuto la possibilità di presentare le loro attività.
Il secondo giorno ha incluso una visita sul campo presso il Biodistretto del riso piemontese a Rovasenda organizzata da RSR, si è rivelata un’importante opportunità per conoscere la realtà del “riso resiliente”. L’incontro ha avuto un importante valore formativo, fornendo una panoramica dettagliata sulle pratiche agro ecologiche, la risicoltura biologica e il breeding, mostrando come coltivazione alternativi e più sostenibili, capaci di rispondere al cambiamento climatico e di promuovere la biodiversità agricola, siano possibili. Il giorno conclusivo ha visto lo svolgimento di ulteriori workshop e sessioni trasversali focalizzate su tematiche come sviluppo di modelli di business, aggiornamenti sulle politiche dell’Unione Europea, e pianificazione di corsi di formazione e attività future. Insomma, un totale di 23 sessioni in tre giorni che hanno preparato il terreno per il quarto anno!
Lingue: audio originali con sottotitoli in italiano e inglese
Agricoltori, scienziati, panificatori e trasformatori, comunità locali, consumatori esigenti: protagonisti di un movimento che ha abbracciato una grande sfida, quella di cambiare la pratica agricola. Facendo ricerca e innovazione a partire dalla valorizzazione delle conoscenze preziose di chi da sempre lavora la terra e ne trasforma i prodotti.
Negli ultimi anni, molti agricoltori e agronomi stanno riportando in campo varietà locali di cereali che stavano sparendo per lasciare spazio a poche varietà commerciali, tutte uguali, omogenee, uniformi, adatte soprattutto alle trasformazioni industriali su larga scala.
Le varietà locali, al contrario, sono diverse, selezionate nei secoli in diversi climi e adatte ai diversi suoli e usi alimentari. Oggi il loro recupero e poi la selezione in campo, fatta insieme da chi ha esperienza di coltivazione e da chi sa analizzarle da un punto di vista genetico e chimico, apre la porta a una ampia diversità di prodotti e di nuove filiere locali.
Consumatori, ricercatori e produttori, uniti in reti locali e internazionali, recuperano i valori culturali di produzioni di alta qualità e valore nutrizionale adatte ai diversi territori e non indistintamente uguali in ogni angolo del mondo. Le reti rurali difendono il ruolo degli agricoltori come protagonisti indiscussi della produzione alimentare e promuovono una maggiore attenzione da parte di tutti nei confronti del valore dei cibo e della biodiversità agroalimentare come chiave di sviluppo, di resilienza alle crisi climatiche, di crescita sociale e culturale e di gestione sostenibile del territorio.
Il documentario “Cereali – rinascimento in campo” racconta le nuove filiere, dalla semina ai prodotti finali, attraverso le parole, i racconti, le emozioni di cinque protagonisti chiave: agricoltori, ricercatori e produttori. Attorno a loro e con loro, le comunità e le reti che mettono in campo la passione di chi è convinto che l’agricoltura non debba e non possa essere trasformata in una catena di produzione industriale. Di chi sa che la diversità agricola è la chiave per tenere insieme le culture e le colture, le comunità e i territori, l’ambiente e la salute, la tradizione e l’innovazione.