Diversità nei cereali per l’adattamento ai cambiamenti climatici – seconda fase

Dal 2019 è in corso la seconda fase del progetto PEI CEREALI RESILIENTI in cui il Gruppo Operativo consolidatosi nel corso della prima parte del progetto sta portando avanti tutte le attività di progettazione previste dal Piano Strategico attraverso tutta la filiera.

Protagonisti sono i network locali di agricoltori che contribuiscono alla riproduzione di semente, gestendone la corretta evoluzione nel tempo, e alla sua diffusione, con il supporto tecnico e scientifico dei partner del progetto.

Il progetto si propone il raggiungimento di obiettivi di tipo economico:

  • Produrre materiale cerealicolo selezionato per la capacità di adattamento e valutato per le sue caratteristiche tecnologiche e nutrizionali al fine di sviluppare filiere produttive locali.
  • Incrementare il potenziale produttivo dei cereali per l’agricoltura biologia e a basso input per garantire un maggior reddito agli agricoltori che saranno motivati a rimettere in produzione terreni abbandonati da anni e ridurre le aree marginali agricole;
  • Creare una rete tra le diverse realtà scientifiche, economiche, sociali in modo da fornire assistenza tecnica e materiale genetico agli agricoltori di filiere produttive locali, favorire gli aspetti culturali legati alla trasformazione e alla consapevolezza di consumatori verso alimenti con particolari caratteristiche nutraceutiche.

e ambientale:

  • Migliorare la gestione e il controllo delle infestanti e di contenere le avversità patogene attraverso sementi di popolazioni adattate per l’agricoltura biologica e a basso input;
  • Mantenere la fertilità del suolo, favorendo un buono stato strutturale del terreno, con un’appropriata programmazione delle rotazioni
  • Ridurre (nel lungo periodo) l’accumulo degli agenti inquinanti nel suolo e nelle acque e favorire il sequestro del carbonio, grazie a una maggiore efficienza dei sistemi agricoli biologici e basso input
  • Migliorare la capacità di programmazione delle filiere riducendo cosi l’utilizzo sottodimensionato dei macchinari
  •  Un’ulteriore riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera attraverso la promozione di filiere cerealicole a Km 0 c

Dal punto di vista operativo, questo significa:

  • aumentare la diversità coltivata nelle aziende e favorire evoluzione e adattamento delle CCP (Composite Cross Population) nei differenti ambienti di coltivazione;
  • sviluppare il sistema integrato di produzione di semente di SOLIBAM TENERO FLORIDDIA, analizzando gli aspetti socio-economici di un innovativo sistema sementiero;
  • permettere agli agricoltori di selezionare e mantenere le proprie CCP in modo da conseguire stabilità di resa produttiva, diminuire il costo di produzione e accrescere il reddito aziendale;
  • migliorare la qualità degli alimenti testando prodotti derivati da CCP dove la competizione fra genotipi e la diminuzione dell’azoto favoriscono l’incremento di metaboliti secondari (sostanze nutraceutiche);
  • incrementare la fertilità del suolo con pratiche colturali ecosostenibili per migliorare la struttura del terreno e ridurre gli input energetici che accrescono l’emissione di CO2 in atmosfera.

cereali resilienti

RSR si occupa delle attività di coordinamento del progetto e del monitoraggio delle attività attraverso l’organizzazione degli incontri di coordinamento e animazione interna, affinché tutti i partner possano effettivamente collaborare e rafforzare i network locali. Il nostro contributo al progetto include anche la pubblicazione del materiale informativo e l’rganizzazione di presentazioni pubbliche, visite aziendali e incontri tematici. Infine manteniamo le relazioni con policymaker quali il MiPAAF e il CREA DC per aggiornarli sulle attività e i risultati.

Tra gli altri partner, l’Università di Pisa si occupa della sostenibilità economica dell’innovazione, inclusa la richiesta dell’autorizzazione sementiera e individuare le implicazioni legate alla gestione della semente da parte degli agricoltori con una licenza open source per garantire il più ampio accesso possibile ai potenziali utilizzatori.

L’Università di Firenze, invece, è impegnata nella contestualizzazione nei diversi ambienti della Toscana, e in particolare sugli aspetti del mantenimento della fonte primaria della popolazione SOLIBAM Floriddia, dell’adattamento secondario presso le 4 aziende madri ed dell’analisi climatica per la definizione degli ambienti di adattamento

Il progetto prevede inoltre lo studio della qualità delle farine e dei prodotti: da un lato, la valutazione delle proprietà reologiche delle farine e le micotossine (presso i laboratori UNIFI); dall’altro, prove di molitura presso i molini Floriddia e Angeli, e test di accettabilità per pane, cracker, biscotti da farine CCP, tramite panel test svolto da FIRAB.

POST DEL PROGETTO

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Partner del progetto

Materiali Allegati

Nel corso del 2022, il G.O. del progetto Cereali Resilienti ha organizzato l’evento “Filigrane: trasparenti filiere come innovazione delle relazioni sui territori: esperienze a confronto”, un momento di condivisione tra i diversi attori della filiera che si sta costruendo intorno alle popolazioni di frumento tenero che in questi ultimi anni hanno visto una notevole espansione, sia in termini di superfici, che di agricoltori che coltivano e di prodotti trasformati.

e le relazioni dei relatori:

 

Il convegno finale del progetto Cereali resilienti 2.0 ha visto la partecipazione di numerosi relatori, che hanno presentato i risultati di progetto e discusso delle prospettive future del materiale eterogeneo biologico.

Presentazioni dei relatori:

 

Nel corso dei 3 anni di progetto il G.O. del progetto Cereali resilienti ha realizzato numerose visite nelle aziende agricole dove era in coltivazione la popolazione oggetto dell’innovazione. In particolare ha effettuato 2 visite presso aziende agricole / associazioni fuori regione – una in Molise e l’altra in Campania – e 12 visite presso aziende agricole in Toscana.

Le attività svolte nel corso di quelle giornate sono state raccolte nel Report delle visite aziendali

 

Il progetto Cereali resilienti 2.0 ha previsto anche una parte di analisi sensoriale e accettabilità del prodotto dei prodotti derivati dalle popolazioni (pane, grissini, biscotti) e di studio dei processi di trasformazione. In queste schede tecniche troverete i risultati ottenuti da queste attività.

 

Il progetto Cereali resilienti 2.0 ha anche permesso la realizzazione di queste importanti linee guida, a cura del Professor Salvatore Ceccarelli e della Dott.ssa Stefania Grando, sul mantenimento delle popolazioni evolutive. Nel report sono chiarite alcune terminologie inerenti le popolazioni e i miscugli e sono spiegati i meccanismi evolutivi di adattamento. Di fondamentale importanza per gli agricoltori il capitolo sulla selezione della semente per l’autoriproduzione aziendale delle popolazioni.

Scarica le Linee guida per il mantenimento delle popolazioni evolutive da parte degli agricoltori

 

L’Università di Firenze si è occupata dello studio di diversi aspetti inerenti l’adattamento delle popolazioni alle diverse macro-aree individuate nel progetto (collina, pianura, costa, montagna). In particolare è stata condotta un’analisi su: mantenimento della fonte della popolazione SOLIBAM TENERO FLORIDDIA che si trova presso l’azienda agricola Floriddia, l’adattamento secondario nelle 4 macro-aree, la stabilità entro macro-area e infine è stata condotta l’analisi climatica per la definizione degli ambienti di adattamento. Negli allegati sarà possibile leggere i risultati ottenuti nei 2 anni di coltivazione delle popolazioni.

 

L’Università di Pisa, partner di progetto, ha lavorato sui seguenti aspetti: modello di gestione della semente della popolazione, valutazione dell’innovazione proposta nel contesto toscano, con riferimento alle specifiche caratteristiche di ciascuna macro-area, valutazione tecnico-economica dell’operato delle 4 aziende-madri e valutazione del modello organizzativo-economico che regola i rapporti tra aziende-madri e aziende-figlie, valutazione dell’opportunità dei contratti di rete e loro eventuale sperimentazione al fine di costruire delle reti territoriali, valutazione economica del processo di adattamento delle popolazioni in ciascuna macro-area, e analisi dei costi di produzione nelle singole macro-aree. Di seguito i report prodotti da UNIPI nei quali sono riportati i risultati delle analisi svolte.

Azione finanziata con la sottomisura 16.2 del PSR della Regione Toscana

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