di Gea Galluzzi – Rete Semi Rurali
Sebbene la legislazione dell’UE sulle sementi sia stata modificata più volte, anche per cercare di promuovere una maggiore diversificazione del sistema sementiero formale (rsr.bio/aperture-nella-legislazione-sementiera/), i suoi principi fondamentali non sono cambiati in quasi 100 anni. Le crisi del clima e della biodiversità, così come i cambiamenti sociali, economici e tecnologici nei decenni successivi all’adozione delle regole negli anni ’60, richiedono un ripensamento fondamentale.
Il primo tentativo di riforma: nel 2013, su richiesta del Consiglio, la Commissione Europea pubblicò una proposta (2013/0137) per un nuovo Regolamento Europeo su tutto il materiale di propagazione vegetale (sementi, piante da frutto, ornamentali e specie forestali). Lo scopo era principalmente quello di sviluppare un unico strumento normativo che fosse valido sull’intero territorio dell’Unione e facilitasse la circolazione delle sementi sul mercato. Nonostante quattro anni di intensa negoziazione tra parti interessate, includendo il vasto mondo associativo, la proposta fu respinta dal Parlamento Europeo nel 2014 (per maggiori dettagli su questo processo: notiziario RSR #8).
Il nuovo processo di riforma: Nel 2019, la Commissione ha lanciato un nuovo processo di riforma, che stavolta non ambisce solo a facilitare il commercio delle sementi ma anche ad allineare la legislazione sementiera agli obiettivi del Green Deal Europeo (www.consilium.europa.eu/it/policies/green-deal/) e la Strategia Farm to Fork (food.ec.europa.eu/horizontal-topics/farm-fork-strategy_en?prefLang=it), contribuendo alla transizione agroecologica. La proposta è stata resa pubblica il 5 luglio 2023, insieme a quella per la de-regolamentazione dei nuovi OGM. Il processo di negoziazione (rsr.bio/il-negoziato-per-la-nuova-legislazione-sementiera/) in seno al Parlamento, alla Commissione e al Consiglio Europeo per arrivare alla proposta definitiva protrarrà probabilmente fino al 2025.
La proposta allarga il campo di applicazione (più specie oggetto della legislazione) e regolamenta con maggior dettaglio lo spazio di manovra di diverse categorie di attori: privati, agricoltori, reti di sementi e banche del germoplasma. Restano in piedi i due pilastri della registrazione varietale (sebbene con delle prove aggiuntive rispetto a quelle previste fino ad oggi) e la certificazione delle sementi, mentre vengono estese le deroghe per le varietà da conservazione ed il materiale eterogeneo.
Il testo integrale della proposta può essere consultato qui:
rsr.bio/wp-content/uploads/2024/11/prm_leg_future_reg_prm.pdf
Nell’editoriale del Notiziario RSR n.35 si trova un’analisi critica dei principali punti contestati dalle organizzazioni delle sementi e del biologico. Insieme ad altre organizzazioni europee, Rete Semi Rurali partecipa attivamente al negoziato, con azioni di pressione politica sulle istituzioni italiane ed i rappresentanti europei e attraverso una campagna di sensibilizzazione (mitmachen.arche-noah.at/it/tua-voce-per-la-diversita)