Agricoltura avvelenata: la Coalizione Cambiamo Agricoltura presenta l’Atlante dei Pesticidi

Agricoltura avvelenata: la Coalizione Cambiamo Agricoltura presenta l’Atlante dei Pesticidi

L’edizione italiana è stata presentata a Milano nell’ambito della Festa del Bio, in concomitanza con la Giornata mondiale contro il cancro, World Cancer Day

Il report evidenzia l’impatto dell’uso delle sostanze chimiche in agricoltura sull’ambiente e la salute delle persone

Il 4 febbraio, nell’ambito della Festa del Bio, che si è tenuta a Milano a Palazzo Giureconsulti, la Coalizione Cambiamo Agricoltura con la Fondazione Heinrich-Böll hanno presentato l’edizione Italia dell’Atlante dei Pesticidi. Il volume, scaricabile gratuitamente dal sito della Coalizione Cambiamo Agricoltura, contiene oltre 60 pagine di grafici, cartine, numeri che mostrano la pervasività di queste sostanze in ogni angolo del Pianeta e gli effetti negativi sulla salute delle persone, sulle diverse matrici ambientali (suolo, acqua e aria) e sugli ecosistemi.

Oggi nel mondo si utilizzano 4 milioni di tonnellate di pesticidi, il cui mercato globale ha raggiunto un valore di 84,5 miliardi di dollari nel 2019, con un tasso di crescita annuo di oltre il 4% dal 2015. In Unione Europea i consumi hanno registrato negli ultimi anni una lieve flessione, così come nel nostro Paese che resta comunque al secondo posto dopo la Spagna per consumo di pesticidi. Sono ancora troppe le sostanze chimiche di sintesi che vengono utilizzate dalle aziende agricole europee convenzionali, soprattutto quelle ritenute altamente pericolose. Per questo la Commissione Europea ha presentato il 22 giugno 2022 la sua proposta di un nuovo Regolamento per l’Utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari (il cosiddetto SUR), ora al vaglio del Parlamento e del Consiglio Europeo.

“Nonostante le evidenze scientifiche, le buone intenzioni della Commissione Europea vengono minate dall’azione delle lobby dell’agrochimica e dell’agricoltura intensiva, che vorrebbero fermare l’iter di approvazione del Regolamento e affossarne gli obiettivi di riduzione” affermano le Associazioni della Coalizione Cambiamo Agricoltura.

Ridurre l’uso dei pesticidi

Il Regolamento UE indica per l’Italia l’obiettivo di riduzione del 62% dei pesticidi entro il 2030 (la media Europea è del 50%), che non verrà certamente raggiunto se il nostro Paese non investirà più energie nella transizione ecologica dell’agricoltura. Infatti, benché il nostro Paese abbia mostrato lungimiranza nel fissare nel Piano Strategico Nazionale della Politica Agricola Comune 2023-2027 il raggiungimento dell’obiettivo del 25% di superficie agricola coltivata in biologico entro il 2027, anticipando di tre anni l’obbiettivo fissato a livello europeo, è in forte ritardo con l’aggiornamento del principale strumento per la gestione dei pesticidi: il “Piano d’Azione Nazionale per l’Uso Sostenibile dei Prodotti Fitosanitari”, abbreviato PAN.

“Nel nostro Paese il PAN è scaduto dal febbraio 2019 e l’iter per il suo rinnovo è in stallo da allora. È urgente che il Piano venga rinnovato accogliendo al suo interno gli obiettivi del Green Deal europeo, altrimenti nascerà già obsoleto” continuano le Associazioni di Cambiamo Agricoltura.

Il 4 febbraio è il World Cancer Day

La presentazione dell’edizione italiana dell’Atlante dei Pesticidi il 4 febbraio ha anche un forte significato simbolico perché coincide con la Giornata mondiale contro il cancro. Numerose sono le evidenze scientifiche che collegano l’esposizione ai pesticidi con l’insorgenza di tumori, soprattutto nelle categorie più esposte, come gli agricoltori, ma anche in quelle più sensibili come i bambini. Le schede dell’Atlante dei Pesticidi presentano dati, grafici ed informazioni utili per comprendere meglio la relazione tra uso dei pesticidi e salute umana, oltre agli impatti sul suolo, nelle acque superficiali e sotterranee e sulla biodiversità naturale.

“Siamo fiduciosi che questo documento, concepito per diffondere consapevolezza rendendo accessibili dati e conoscenze, contribuirà a un cambio di paradigma che non è più solo desiderabile, ma necessario” afferma Marc Berthold, direttore della Heinrich-Böll Stiftung Parigi, fondazione tedesca che dal 2022 segue anche numerosi progetti sui temi della transizione socio-ecologica nel nostro Paese.

Il biologico in Italia

“La crescita dell’agricoltura biologica in Italia, che nel 2022 ha coinvolto il 17,4% della superficie agricola utilizzata, è la prova che oggi esistono già tutte le buone pratiche e molti mezzi tecnici per eliminare del tutto o ridurre in modo significativo l’uso dei pesticidi. Ora i decisori politici hanno il potere e la responsabilità di dare la spinta decisiva alla transizione agroecologica della nostra agricoltura, sostenendo con convinzione l’approvazione del Regolamento UE per la riduzione dell’uso dei pesticidi entro il 2023. Devono solo averne il coraggio e la necessaria determinazione”, concludono le Associazioni della Coalizione Cambiamo Agricoltura.

dal Comunicato Stampa della Coalizione Cambiamo Agricoltura, Parma, 3 febbraio 2023

CambiamoAgricoltura è una coalizione nata nel 2017 per chiedere una riforma della PAC che tuteli tutti gli agricoltori, I cittadini e l’ambiente. Aderiscono alla Coalizione oltre 90 sigle della società civile ed è coordinata da un gruppo di lavoro che comprende le maggiori associazioni del mondo ambientalista, consumerista e del biologico italiane che aderiscono ad organizzazioni europee (Associazione Consumatori ACU, AIDA, AIAB, AIAPP, Associazione Italiana Biodinamica, CIWF Italia Onlus, FederBio, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia e WWF Italia). E’ inoltre supportata dal prezioso contributo di Fondazione Cariplo.

La necessità di un nuovo patto sociale per una vera politica agricola COMUNE

La necessità di un nuovo patto sociale per una vera politica agricola COMUNE

di Claudio Pozzi, Adanella Rossi – Rete Semi Rurali

Torniamo fra le pagine di Terranuova e lo facciamo con un numero del notiziario di Rete Semi Rurali particolarmente adatto ad un vasto pubblico, anche se i contenuti possono apparire difficili. Non è facile parlare di Politica Agricola Comune (PAC) senza incorrere in tecnicismi. Forse anche per questo un capitolo di spesa così importante dell’Unione Europea (poco meno del 40% del bilancio complessivo) viene percepito come lontano, se non estraneo, alla quotidianità di noi tutti. Tuttavia, dati la centralità e l’impatto di questa politica, è importante essere informati della sua evoluzione.
E’ preziosa a tal fine la conoscenza che ci viene offerta dall’azione di presidio “attrezzata” e continuativa messa in atto nei riguardi del percorso di definizione della nuova programmazione PAC. Allo scopo sono state costituite alleanze in tutta Europa, grazie soprattutto all’iniziativa delle organizzazioni ambientaliste, ben consce delle rilevanti ricadute di tale politica sulla salute dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi. In Italia è nata la Coalizione Cambiamo Agricoltura, che ha visto pian piano aderire circa 80 organizzazioni, impegnate in ambiti diversi; tra di esse Rete Semi Rurali ha portato il suo contributo sul tema della biodiversità agroalimentare.
Nel partecipare alla Coalizione ci hanno colpito la convergenza di background culturali ed esperienziali diversi attorno a un obiettivo condiviso, la capacità di fare tesoro della diversità per potenziare l’azione comune e la disponibilità al mutuo apprendimento e al rispetto delle specifiche esigenze. Di fatto, per la sua ampia capacità di rappresentazione, la Coalizione è espressione del movimento che più in generale e in diverse forme si sviluppa dalla società civile, un movimento che è in grado di sentire la necessità di cambiamento di fronte alle emergenze in atto e di sperimentare già ora pratiche e stili di vita diversi.

L’indicazione che ci viene da questa comune esperienza attorno alla nuova PAC è chiara: laddove il sistema regolatorio fa fatica a intraprendere scelte radicali, anche grazie alle resistenze di una buona parte del mondo produttivo e delle sue rappresentanze, un nuovo patto sociale tra movimenti organizzati e tra soggetti della produzione e del consumo è l’unica forza che appare in grado di contribuire alla transizione. La sfida al riguardo è grande: c’è bisogno di ridisegnare in profondità i sistemi di produzione-consumo, su criteri e valori che uniscano la società tutta e questa con gli altri esseri viventi e con l’ambiente. In tale direzione, in aggiunta allo sviluppo di adeguate competenze tra i movimenti, l’impegno a cui più in generale tutti noi siamo chiamati è prendere consapevolezza dei nodi da sciogliere nei comportamenti quotidiani, condizionati da decenni di consuetudine. Allo scopo, quanto già costruito da produttori e consumatori consapevoli può aiutare nell’azione di sensibilizzazione ed educazione di tutti gli altri – gli agricoltori che si sentono minacciati e ingiustamente perseguiti, e i consumatori ignari, incuranti e inconsapevolmente complici di un sistema insostenibile.

Tutto questo diventa particolarmente importante in un momento come quello attuale in cui, nel quadro di paure e incertezze dovute all’evento imprevisto della guerra in Ucraina, si è pronti a demolire quanto negli anni è stato costruito nella direzione di un’agricoltura più sostenibile, sana ed eticamente accettabile. Di fronte all’intenzione di ridimensionare ulteriormente gli obiettivi della strategia Farm to Fork, di cui è un’espressione la recente raccomandazione di rimuovere i vincoli ad una crescita di produttività, diventa più che mai importante rimanere fermi e uniti nella richiesta di un altro modello agroalimentare.