di Johanna Eckhardt – No Patents on Seeds
La legge Europea sui brevetti ne vieta l’uso su varietà vegetali e razze animali e sui metodi di miglioramento genetico convenzionali: un brevetto può essere concesso soltanto se un carattere viene inserito nel genoma attraverso tecniche di ingegneria genetica.
Tuttavia, nonostante i richiami da parte dell’UE, negli ultimi 10 anni l’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) ha concesso circa 200 brevetti su metodi di miglioramento convenzionali. Tali brevetti riguardano ormai oltre 1.000 varietà di piante selezionate in modo convenzionale. Il numero crescente di brevetti concessi in questo modo e la conseguente incertezza giuridica minacciano il miglioramento genetico delle piante, compreso quello portato avanti dagli agricoltori, nonché la sovranità alimentare europea. L’UE deve fermare questa tendenza e garantire che le leggi europee siano interpretate correttamente. La diversità biologica deve continuare a essere disponibile per il miglioramento genetico futuro!
Fin dall’introduzione della Direttiva 98/44/CE, in Europa sono stati concessi migliaia di brevetti su piante e animali geneticamente modificati. L’EPO, un’organizzazione indipendente dall’UE, ha adottato questa normativa comunitaria, che è quindi diventata effettiva nei suoi 39 stati aderenti. Con l’introduzione delle nuove tecniche genomiche (NGT), il numero di brevetti è in drastico aumento, con le grandi multinazionali (Corteva – ex DowDupont e Bayer, tra le altre) in testa alla corsa. Le ditte sementiere europee di minori dimensioni che desiderano utilizzare le nuove tecnologie sono pertanto costrette a firmare contratti con aziende più grandi e a dipendere da loro.
Come già in passato, anche nel caso delle NGT, la portata dei brevetti non si limita alle piante geneticamente modificate, ma spesso include rivendicazioni sulle modifiche genetiche stesse, anche quando queste sono il risultato di una mutazione casuale: per esempio, sono stati concessi brevetti alla ditta sementiera KWS su mais ottenuto da miglioramento genetico tradizionale e poi “reingegnerizzato” con CRISPR/Cas.
È di somma importanza, invece, mantenere l’indipendenza del miglioramento genetico in Europa: l’accesso alla diversità biologica non deve essere controllato o bloccato, soprattutto di fronte ai cambiamenti climatici e all’erosione della biodiversità. I brevetti su processi di semplice incrocio e selezione, su variazioni genetiche naturali o risultanti da mutagenesi casuale devono essere vietati. Deve essere vietata anche l’estensione delle rivendicazioni contenute nei brevetti a piante e animali con caratteri simili a quelli brevettati ma ottenuti con metodi convenzionali.
Il Parlamento europeo e gli Stati membri sono consapevoli di questo problema. Ma è soprattutto l’ EPO, tramite il suo Consiglio di amministrazione (che si riunisce quattro volte l’anno) a dover interpretare correttamente la legge. A livello nazionale, gli stati membri potrebbero adeguare la loro legislazione, inviando un forte segnale politico. In Austria, per esempio, la legge nazionale sui brevetti è stata rivista nel 2023, limitandone strettamente l’applicazione alle sole sementi geneticamente modificate.
Per quanto riguarda la riforma in corso sulle NGT, è stato proposto che l’UE potrebbe vietarne la brevettabilità. Con questa mossa si dà l’impressione che le piante NGT, in quanto deregolamentate, non potranno più essere brevettate. Tuttavia, la (de)regolamentazione delle NGT non ha nulla a che fare con la legge sui brevetti. Le piante NGT restano brevettabili nell’UE, anche qualora non dovessero essere più sottoposte alla valutazione del rischio: verrebbero escluse dalla brevettabilità solo allorquando i 39 membri dell’EPO si accordassero all’unanimità per modificare le leggi esistenti. Ma questa strada è bloccata dall’industria, dalle lobby e da diversi stati membri stessi.
Non si tratta insomma di cambiare le leggi, ma di interpretare correttamente i divieti esistenti. Sarebbe sufficiente una maggioranza di tre quarti dei voti in seno al Consiglio dell’EPO; l’UE potrebbe già portare circa 27 dei 30 voti necessari per una maggioranza. Una tale iniziativa per vietare i brevetti sulla riproduzione convenzionale sarebbe estremamente urgente: se non ci sarà un’interpretazione chiara e giuridicamente sicura, le multinazionali saranno presto in grado di controllare tutte le sementi – prodotte con o senza ingegneria genetica.
La campagna di NO PATENTS ON SEEDS! manda un messaggio alla Commissione Europea e chiedi che si mobiliti! https://www.no-patents-on-seeds.org/en/campaign