Caratterizzazione e conservazione di sementi di riso di qualità in situ
di Daniela Ponzini – Rete Semi Rurali
Il progetto Riso.Lo prende in considerazione 18 accessioni di riso storicamente diffuse in Lombardia. Si pone l’obiettivo di descriverle morfologicamente e geneticamente e di moltiplicarle, mantenendone le caratteristiche agronomiche, genetiche e fitosanitarie durante la conservazione in situ ed ex situ.
Riso.Lo vede la partecipazione di diversi partner: il dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, l’Università Statale di Pavia, l’azienda agricola Cascine Orsine di Bereguardo (PV), la Società agricola del Parco da Marco Cuneo di Abbiategrasso (MI) e Rete Semi Rurali.
Nel 2023 sono stati allestiti due campi sperimentali presso le aziende agricole del progetto. A luglio 2023 è stata organizzata una visita alle parcelle a cui hanno partecipato agricoltori, tecnici, ricercatori e associazioni del territorio. Sono state valutate le differenze morfologiche, la suscettibilità alle malattie e la potenzialità delle rese. Durante la visita sono stati organizzati incontri di approfondimento sulla genetica del riso e sui patogeni principali.
Parallelamente alle prove in campo, è stata effettuata la genotipizzazione delle accessioni utilizzando dei marcatori molecolari. Ciò ha permesso di migliorare la classificazione genetica, stabilendo cioè quali accessioni sono più simili geneticamente e quali invece più differenti, migliorando così i programmi di conservazione.
Oltre alla descrizione e moltiplicazione del materiale, il progetto si occupa anche della validazione di protocolli ammessi dal disciplinare biologico per il risanamento fitosanitario della semente di riso, al fine di eradicare alcuni patogeni trasmessi per seme, in particolare il fungo Fusarium fujikuroi e il nematode Aphelencoides besseiy (vedi box).
Per quanto riguarda il risanamento fitosanitario del seme, sono stati valutati gli effetti dei trattamenti nei confronti del Fusarium fujikuroi. Sono stati testati diversi protocolli, fra cui l’utilizzo di isolati batterici altamente concentrati, caratterizzati dalla loro capacità di inibire la crescita miceliare dei funghi; l’utilizzo di olio essenziale di arancio amaro a diverse concentrazioni e l’immersione dei semi in acqua alla temperatura di 55°, 58° e 60° per 15 secondi. L’efficacia del trattamento è stata correlata alla conservazione della germinabilità.
Nel 2024, ultima annualità del progetto, verranno completati gli studi di risanamento del materiale, prendendo in considerazione anche il nematode Amphelencoides Besseiy. Saranno inoltre approfondite le tecniche di conservazione ex-situ: il materiale, dopo un’opportuna disidratazione, verrà congelato a -18°C. Dopo un mese, verrà riportato a temperatura ambiente per valutarne la vitalità e le condizioni di conservazione.
Il progetto Riso.lo è finanziato da Regione Lombardia nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 – Operazione 10.2.01 – Conservazione della biodiversità animale e vegetale.
// Avversità biotiche del riso che si trasmettono per seme
Fusarium fujikuroi: Si tratta di un insieme di specie fungine appartenenti al genere Fusarium che porta la malattia Bakanae. Le piante affette da questa malattia possono mostrare sintomi quali decolorazioni fogliari, crescita anormale del fusto e della foglia bandiera e, nei casi più gravi e precoci, marciume del germinello. Anche quando la pianta sopravvive, spesso non è fertile o produce pochi semi. Questa malattia, rispetto alle condizioni ambientali e alla varietà di riso, può causare perdite molto elevate.
Aphelenchoides besseyi: Si classifica tra i dieci nematodi più dannosi per l’agricoltura mondiale. Il sintomo consiste in una diminuzione della dimensione della pianta con conseguente calo dal punto di vista qualitativo e quantitativo. Questo parassita si sviluppa nelle porzioni aeree della pianta di riso, quali foglie e fiori, ed è quindi in grado di colonizzare direttamente i semi, propagandosi in diversi campi ed areali tramite il trasferimento di materiale infestato. L’Aphelenchoides besseyi causa la malattia White Tip o Punta bianca. Gli apici fogliari risultano bianchi e arrotolati e la pannocchia non riesce ad uscire correttamente dal culmo. Si tratta di una malattia molto diffusa nelle zone risicole subtropicali. In Italia questo nematode è stato individuato per la prima volta nel 1996.