Le politiche locali del cibo

Mag 10, 2023 | Articoli, Seminare il cambiamento

Il ruolo delle città nei sistemi locali del cibo

di Virginia Altavilla |Rete Semi Rurali

Il Tavolo Nazionale Sistemi Alimentari

Negli ultimi decenni il Ministero degli Affari Esteri italiano ha dato vita a quella che viene definita “diplomazia alimentare”. Questo settore della diplomazia si è andato concretizzando dopo il Vertice sui Sistemi Alimentari delle Nazioni Unite, che si è tenuto a Roma nel luglio del 2021 e ha promosso la creazione del Tavolo Nazionale Sistemi Alimentari permanente coordinato dall’inviato speciale per la sicurezza alimentare, Stefano Gatti.

Il ruolo del Tavolo è quello di riunire i maggiori esperti della filiera agroalimentare italiana con l’obiettivo di delineare la posizione dell’Italia su cibo, sostenibilità e sicurezza alimentare nei fori internazionali (G7, G20, ONU, UE). Il Tavolo si riunisce periodicamente e mantiene un dialogo aperto con tutti gli attori della filiera alimentare, come il settore privato – le aziende del settore agroalimentare –, le associazioni di categoria – dalla Coldiretti alla CIA–, i rappresentanti dei movimenti e della società civile – come Slow Food e Banco Alimentare –, e gli enti di ricerca agricola. Questa esigenza nasce perché cibo e agricoltura hanno assunto un ruolo cruciale nelle relazioni internazionali e la stessa Unione Europea ha posto particolare attenzione sui sistemi alimentari per il loro ruolo strategico per realizzare la transizione ecologica. Per rispondere a queste sollecitazioni, che prevedono un cambiamento delle politiche verso una maggiore sostenibilità, il Tavolo si è organizzato in quattro gruppi di lavoro:
1. Sistemi e politiche locali del cibo: si avvale del lavoro della Rete Italiana Politiche Locali del Cibo, che da anni studia possibili strategie per la ri-territorializzazione delle politiche legate ai sistemi alimentari per una maggiore sostenibilità.
2. Sostenibilità delle imprese agroalimentari: lavora con il mondo delle aziende agroalimentari e delle associazioni di categoria su due argomenti principali: misurazione delle performance di sostenibilità delle imprese e istituzione di un’etichettatura fronte pacco che superi i limiti delle attuali proposte.
3. Spreco alimentare e diete sostenibili: si occupa di studiare lo spreco alimentare (grazie anche all’Osservatorio sullo spreco alimentare) per elaborare politiche ad hoc in grado di contrastare questo fenomeno globale. Insieme allo spreco alimentare, il gruppo si occupa di studiare le diete sostenibili, con un focus particolare sulla dieta mediterranea.
4. Zootecnia sostenibile: lavora per costruire solide basi scientifiche per il possibile ruolo della zootecnia nella costruzione di sistemi alimentari sostenibili.

Il Rapporto “I sistemi e le politiche locali del cibo come strumento per la trasformazione verso sistemi alimentari sostenibili”. Il ruolo delle città.

Il primo gruppo di lavoro ha elaborato un Rapporto in seguito alla serie di incontri che si sono tenuti nel corso del 2021 con la partecipazione di diversi attori – movimenti, associazioni, istituzioni locali, mondo della ricerca – e l’obiettivo di elaborare un documento in cui definire problematiche e possibili soluzioni per la transizione ecologica dei sistemi alimentari. Riportiamo di seguito alcuni spunti di riflessione in merito al ruolo delle città nei sistemi locali del cibo.

Il concetto chiave che pervade tutto il Rapporto sta nella ri-territorializzazione dei sistemi alimentari, non solo dal punto di vista produttivo e di consumo, ma anche dal punto di vista politico. E quindi i canali commerciali alternativi che si basano sulla filiera corta (GAS, CSA, mercati contadini, vendita diretta in azienda) rappresentano una buona pratica sia per gli effetti positivi che hanno sull’ambiente – con una diminuzione delle food miles, del food footprint, dello spreco alimentare – sia perché portano a una democratizzazione del sistema alimentare attraverso un controllo dal basso della filiera. In questo senso le città possono diventare attori strategici della ri-territorializzazione, con la costruzione di una nuova relazione città-campagna, in cui la campagna non è più vista (e vissuta) come un territorio marginale e fragile, ma assume un ruolo centrale in quanto produttrice di cibo salutare e “a km 0” ma anche fornitrice di servizi ecosistemici che vanno a influenzare direttamente la qualità della vita delle città. Le politiche urbane del cibo sono un buon esempio di riappropriazione politica del cibo, e sempre più città in Italia le stanno adottando. Le esperienze, ad esempio, di Milano, Roma, Livorno, Lucca, Roma, Trento, Bari, Bergamo ci dimostrano che è possibile realizzare una politica di integrazione sul tema cibo, in cui le singole politiche settoriali (salute, energia, agricoltura ecc.) sono armonizzate all’interno di un quadro strategico coerente. Ri-territorializzare i sistemi alimentari vuol dire dunque anche ri-politicizzare il cibo, con processi di co-creazione e co-produzione delle politiche.

Il ruolo delle amministrazioni locali diventa, quindi, fondamentale nello sviluppo di governance orizzontali che vadano a coordinare e stimolare le diverse iniziative a livello locale. Il passo successivo è la creazione di sistemi di governance multilivello, attraverso cui sviluppare e allineare le Politiche del Cibo a livello locale, regionale e nazionale per arrivare, magari, a una politica del cibo a livello europeo. Anche in questo caso le amministrazioni locali possono assumere un ruolo cruciale.

Notiziaro 33

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