La gestione comunitaria dell’agrobiodiversità

Feb 23, 2022 | Articoli, Comunità

Analisi socio-economica sulla gestione e diffusione della semente di popolazione evolutiva in Toscana

di Adanella Rossi, Eleonora Rovini – Università di Pisa

Cereali resilienti ha indagato gli aspetti socio-economici della gestione locale della semente di popolazione e le forme di tutela e comunicazione del suo valore nei relativi sistemi di produzione-consumo.

l modo più efficace per accrescere l’agrobiodiversità è inserirla in sistemi colturali reali, a loro volta parte di sistemi di produzione e consumo consapevoli dei valori di questa biodiversità. È così che si possono creare le condizioni per una sua gestione in forme efficaci e sostenibili. Il progetto Cereali resilienti, tra le sue varie attività, si è proposto di valutare gli aspetti socio-economici legati alla diffusione delle popolazioni evolutive in Toscana – in particolare della popolazione di grano tenero denominata legalmente “SOLIBAM tenero Floriddia”.

Il progetto Cereali Resilienti
è iniziato nel 2016 e terminerà
ad aprile 2022.

Si è svolto in 2 fasi, una di indagine
conoscitiva e di costituzione del
Gruppo Operativo e una triennale
volta ad adattare e diffondere la
popolazione di frumento
SOLIBAM FLORIDDIA in 4 MAC
della Toscana.

Tutte le attività sono state finanziate
dalla Regione Toscana tramite
le misure 16.2, 1.2 e 1.3 del PSR.

 Il progetto prevedeva di indagare alcuni ambiti fondamentali: aspetti organizzativi della gestione della semente tra le aziende, aspetti sociali ed economici legati alla sua produzione e al suo inserimento all’interno della filiera produttiva, forme di tutela e comunicazione del valore di queste sementi e colture. Il tutto con riferimento alle 4 Macro-Aree Climatiche (MAC) che sono riportate nella mappa a pagina 9. Il primo ambito richiedeva di focalizzarsi sugli agricoltori, sul loro atteggiamento verso le popolazioni ma anche sulla loro capacità di sviluppare un approccio collettivo attraverso sistemi locali di relazioni e di collaborazione, individuando anche strumenti utili allo scopo. Guardando agli agricoltori coinvolti, si evidenzia come negli anni ci sia stato un incremento del loro numero. Attualmente gli agricoltori che hanno acquistato e successivamente riprodotto la popolazione nelle loro aziende sono circa una trentina, suddivisi nelle 4 MAC. In tre aree, le aziende sono già in relazione tra loro, specie dove ci sono aziende di riferimento importanti per le attività produttive svolte, come l’az. Floriddia e l’az. Passerini. Nell’area MAC Montagna – Mugello e Amiata – il tessuto di relazioni invece non è molto sviluppato.

Il processo di creazione dei sistemi locali è dunque ancora nelle fasi iniziali, individuabili alcuni network locali consolidati tra chi riproduce il seme e chi lo acquista. Questo è legato anche al fatto che, al momento, l’unica azienda ad aver ottenuto l’autorizzazione per la riproduzione e commercializzazione delle popolazioni (Decisione di esecuzione 2014/150/UE) è l’Az. Floriddia, che ha anche messo in piedi una rete di impresa con alcune aziende della sua area, i “Semi Contadini”. Questa relazione contrattuale conferisce robustezza alla gestione collettiva della produzione di semente, garantendo condivisione di conoscenze e buone pratiche, tracciabilità, nonché adeguato valore economico alle piccole produzioni. Una strada dunque su cui lavorare.

33 aziende coinvolte
250 ettari di superficie

500 quintali di semente prodotta
2.000 quintali di granella prodotta

13 incontri territoriali
14 visite aziendali
1000 persone coinvolte

L’autogestione della semente implica per le aziende sia l’acquisizione di specifiche competenze e abilità per le operazioni necessarie per la produzione e il mantenimento della semente stessa, ma anche costi maggiori. Costi che tuttavia possono ripagarsi nel tempo perché permettono di svincolarsi dal sistema sementiero convenzionale, adattare il seme ai propri specifici contesti produttivi e soprattutto dare al prodotto finale un valore aggiunto. Un bel pezzo di sovranità alimentare.

La finalità ultima è quella di strutturare nei territori delle vere forme di co-gestione, in grado di diffondere i valori ambientali, economici e sociali che la popolazione evolutiva porta con sé.

In questo approccio all’agrobiodiversità diviene importante che nessuno si appropri della proprietà intellettuale di questa semente o che ne limiti la diffusione con altri strumenti di protezione. A questo scopo all’interno del progetto è stata creata un’etichetta open source, accessibile a tutti, che comunica i significati sociali e i criteri su cui si fonda l’utilizzo di questi semi. In questo modo chi sceglie di adottare la popolazione si impegna a rispettarne i principi, includendo la dichiarazione in ogni trasferimento delle sementi o dei suoi derivati. Il tutto in coerenza e a supporto di una gestione comunitaria dell’agrobiodiversità che coinvolga tutti i processi produttivi, fino ad arrivare alle pratiche di consumo.

Sempre in quest’ottica, nei tre anni di progetto, sono stati organizzati eventi di animazione territoriale, ospitati nelle aziende coinvolte nella coltivazione ed aperti a tutti gli attori, dalla produzione al consumo. In queste occasioni è stato stimolato un confronto diretto sulle possibili criticità di queste filiere ma anche sulle opportunità che la popolazione evolutiva può rappresentare nei rispettivi territori.

Macro Aree Climatiche (MAC)
Il progetto Cereali Resilienti ha definito le Macro Aree Climatiche usando la metodologia degli “analoghi climatici” con cui è possibile confrontare il clima di un determinato punto geografico con le zone circostanti.

Abbiamo quindi identificato 4 MAC: aree geografiche con una similarità climatica maggiore del 75% rispetto a un’azienda di riferimento (azienda-madre). La similarità è stata calcolata utilizzando i dati climatici della serie storica 1970-2000 disponibili su www.worldclim.org ed elaborati con il software Climate Analogues.

Queste 4 MAC sono state sovrapposte a 4 tipologie orografiche: collina, pianura, costa e montagna. Le aziende che si sono aggiunte successivamente al progetto sono state incluse nella loro MAC di riferimento e individuate come aziende-figlie.
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In alcuni casi sono già state sperimentate la trasformazione e la commercializzazione di questi prodotti, valorizzati all’interno di canali di produzione e distribuzione locali. Oltre ad alcune difficoltà pratiche che tutti gli operatori riconoscono, è significativo come l’aspetto più critico, ma anche determinante per la realizzazione di questi sistemi, risulti la creazione di una comunicazione coerente ed efficace, che consenta di entrare in relazione diretta con gli utilizzatori intermedi e i consumatori finali dei prodotti, rafforzando la consapevolezza di tutti gli attori coinvolti e quindi il loro sentirsi parte integrante del processo.

La finalità ultima è quella di strutturare nei territori delle vere forme di co-gestione, che siano in grado di conservare e diffondere i valori ambientali, economici e sociali che la popolazione evolutiva porta con sé.

Notiziaro 29

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