I miraggi del riduzionismo
di Riccardo Bocci – Rete Semi Rurali
Dal 2012, quando le ricercatrici Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier hanno pubblicato l’articolo su Nature che spiegava la possibilità di usare non solo nei batteri la tecnica di editing genomico denominata CRISPR, siamo entrati nella CRISPRmania. Il racconto è semplice e potente: il libro dei sogni è a nostra portata. Non è un caso che il libro di Kevin Davies, genetista e fondatore nel 2017 di The CRISPR Journal, che narra le storia di questa scoperta scientifica si intitoli Riscrivere l’umanità. Questa è la presunta sfida, possiamo aggiustare, migliorare, perfezionare la biologia a nostro piacimento. Dalla medicina, all’agricoltura, fino alla zootecnia, non c’è settore che resterà immune da questa innovazione. Ad esempio, è di pochi giorni fa la notizia che negli USA la società Genus sta chiedendo l’autorizzazione per un maiale crisperizzato per resistere al virus che causa la sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini, diffuso in tutto il mondo con danni stimati all’industria suinicola di circa 2,7 miliardi di dollari all’anno. In Giappone, invece, sono sugli scaffali i primi pomodori CRISPR, sviluppati per abbassare la pressione sanguigna, alleviare lo stress mentale e migliorare la qualità del sonno.
Insomma, dobbiamo essere pronti a questo nuovo mondo dove scienza, tecnologia e mercato saranno sempre più interconnessi, con la capacità di arrivare al nostro DNA e intervenire sulla linea germinale umana. Come si capisce si aprono nuovi ambiti di discussione per noi cittadini nel dibattito tra scienza e società: quali tecnologie saranno eticamente e socialmente accettabili in un contesto capitalista dove il limite viene definito dalla disponibilità a pagare dei potenziali clienti?
Lo stesso Papa Francesco nel 2018, durante un’audizione per presentare le potenzialità di CRISPR al Vaticano, ha affermato che “non tutto ciò che è tecnicamente fattibile o possibile è per questo eticamente accettabile”. Per definire definire questo orizzonte etico, però, sono necessari un confronto e un dibattito ad oggi inesistenti.
Questo Notiziario offre un punto di vista alternativo sul mondo CRISPR in agricoltura, con l’obiettivo di aprire un dibattito sul futuro della ricerca agricola pubblica. Non vogliamo difendere una posizione ideologica o anti-scientifica, ma rivendicare un pensiero diverso che non si integra nel determinismo genetico ormai imperante. Altrimenti corriamo il rischio di trasferire al genoma il ruolo di demiurgo riservato a Dio nelle religioni, come scrivono i biologi Jean-Jacques Kupiec e Pierre Sonigo nel libro Nè Dio Nè genoma, per un’altra teoria dell’ereditarietà. Al contrario vogliamo sottolineare come oggi sia il mondo scientifico a giocare una battaglia puramente ideologica sulle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) o New Genome Techniques (NGT), presentate come la panacea a tutti i problemi: dalla fame del mondo, alla conservazione dell’agrobiodiversità, passando per le resistenze a malattie e insetti. Tutto è possibile grazie a questa tecnologia, perfettamente integrata nel paradigma dell’agricoltura 4.0.
Nell’inseguire questo miraggio riduzionista stiamo perdendo di vista il contesto e l’ambiente (a vari livelli) in cui il genoma è immerso, e con loro, non dimentichiamolo, anche la nostra libertà.