L’Associazione Veneta Produttori Biologici (A.Ve.Pro.Bi) risponde ad una lettera aperta al Ministro Zaia, riportata a pag.5 dell’Informatore Agrario n° 34 (11/19 settembre c.a.). Nella lettera Marco Aurelio Pasti, agricoltore e Presidente dell’Associazione Italiana maisicoltori, scrive al Ministro “Slegaci le mani firmando i provvedimenti sulla sperimentazione in campo e sulla coesistenza tra coltivazione ogm e non ogm” e quindi di ripensare le politiche sull’introduzione in Italia del Mais OGM resistente alla Piralide a causa dei grossi danni che questa causa sulla produzione e commercializzazione di mais in Pianura Padana.

L’Associazione Veneta Produttori Biologici (A.Ve.Pro.Bi) risponde ad una lettera aperta al Ministro Zaia, riportata a pag.5 dell’Informatore Agrario n° 34 (11/19 settembre c.a.). Nella lettera Marco Aurelio Pasti, agricoltore e Presidente dell’Associazione Italiana maisicoltori, scrive al Ministro “Slegaci le mani firmando i provvedimenti sulla sperimentazione in campo e sulla coesistenza tra coltivazione ogm e non ogm” e quindi di ripensare le politiche sull’introduzione in Italia del Mais OGM resistente alla Piralide a causa dei grossi danni che questa causa sulla produzione e commercializzazione di mais in Pianura Padana.

Guido Fidora, vice-presidente di A.Ve.Pro.Bi, risponde con una lettera in cui si richiede al ministro Zaia “di indirizzare le ricerche sugli effetti delle varie operazioni agronomiche e verso la resistenza differenziale delle varietà di mais, non tanto alla piralide (la cui influenza negli attacchi fungini sembra piuttosto modesta) quanto alla formazione di micotossine, che è un problema in questo periodo molto sentito. Naturalmente, però, non ci si dovrà limitare agli ibridi, che sono geneticamente troppo simili tra loro, ma si dovranno verificare anche le nostre vecchie varietà locali da polenta.” Inutile dedicare i pochi soldi della ricerca sui vantaggi e svantaggi degli OGM!
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