Reintroduzione di varietà locali di fagiolo in montagna
di Rachele Stentella | Rete Semi Rurali
All’interno del progetto Fagio.Lo, giunto al termine della sua prima stagione, sono state moltiplicate e caratterizzate 15 varietà locali di fagiolo lombarde.
Il progetto vede la partecipazione di alcune aziende biologiche della Val Camonica – la maggioranza facenti parte del Biodistretto dell’omonima valle – dell’Università della Montagna, di Rete Semi Rurali e dell’Università degli Studi di Milano.
Il progetto vuole valorizzare le varietà locali attraverso lo studio e la caratterizzazione delle stesse in areali distinti (pianura e montagna), sperimentando le tecniche agronomiche più efficaci per l’areale montano e studiandone le principali caratteristiche nutritive.
Il fagiolo (Phaseolus spp.) è uno dei legumi più coltivati per il consumo umano diretto, per via dell’alto contenuto di proteine. In Lombardia ha costituito per secoli uno degli alimenti fondamentali tra le comunità rurali. La coltivazione di legumi offre per i piccoli agricoltori montani l’opportunità di diversificare la produzione, oltre a costituire una necessità per favorire la fertilità del suolo in agricoltura biologica (contesto che peraltro impone la rotazione), grazie alla loro capacità di fissare azoto nel suolo.
Il progetto si prefigge di favorire la conservazione e diffusione on farm delle varietà locali attraverso lo studio e la divulgazione delle caratteristiche agronomiche (esigenze pedoclimatiche, produttività, resistenza agli stress, etc..) e delle caratteristiche bromatologiche/ fitochimiche (umidità residua, contenuto in proteine, amido resistente, amido digeribile, fibra, lipidi, fitati, polifenoli, potere antiossidante totale) dei loro semi. Infine, è previsto l’avvio delle procedure di iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà da Conservazione.
A seguito di una campagna di individuazione delle varietà locali di fagioli, appartenenti alle specie Phaseolus coccineus e P. vulgaris adattate in Lombardia, sono state condotte analisi genetiche molecolari preliminari e test di germinabilità dei semi. In base ai risultati, sono state selezionate 15 accessioni e 2 varietà commerciali di controllo. Nel mese di maggio 2022 sono state allestite 17 parcelle sperimentali nelle 7 aziende coinvolte lungo tutta la Valle. Questo ha permesso di isolare spazialmente le varietà e quindi la moltiplicazione in purezza delle stesse, oltre che osservarne lo sviluppo diverso in base alle condizioni pedoclimatiche (le parcelle sono situate da 600 m s.l.m. sino a 1300 m s.l.m.). Le stesse varietà sono state seminate presso l’Az. Agr. di Facoltà a Landriano (PV).
Il monitoraggio delle piante è stato eseguito per tutte le fasi fenologiche grazie alla costante collaborazione con la rete di agricoltori coinvolti.
L’annata agraria è stata molto particolare, anche in quota si sono raggiunte temperature ben sopra la media stagionale e un periodo secco che si è prolungato sino al mese di agosto. Pertanto, nonostante le fioriture copiose (alcune varietà presentavano 15-20 fiori per racemo), vi è stata bassissima allegagione. Grazie alle piogge di agosto le seconde fioriture hanno presentato un’allegagione maggiore per circa la metà delle varietà. Invece, in pianura, nonostante gli interventi irrigui, le varietà hanno presentato difficoltà di fecondazione, a causa delle temperature.
Speriamo, nonostante le difficoltà, di avere del materiale da poter distribuire grazie alla neo-nata Casa delle Sementi Alpine, inaugurata a maggio presso la Casa Museo di Cerveno (BS).