Domesticazione e trasformazione di specie spontanee per impiego fitoterapico
di Giulia Iannelli – Cooperativa di Comunità Germinale
L’epiteto fitoalimurgia si deve a due studiosi che si posero il problema di come nutrire le popolazioni nei momenti di grave carestia.
Nel 1767 il medico botanico fiorentino Targioni-Tozzetti indicò con alimurgia, unendo i termini alimenta e urgentia, “la disciplina che si occupa di ricercare quanto può essere utile nel caso di necessità alimentare”; nel 1918, Oreste Mattirolo si focalizzò sulle specie vegetali spontanee, aggiungendo ad alimurgia il prefisso fito, da cui, appunto, fitoalimurgia.
Grazie al progetto “Specie fitoalimurgiche: domesticazione, coltivazione, produzione e prove di trasformazione dei prodotti sul territorio della Valle Stura” conclusosi nel 2022, con la Coop di Comunità Germinale abbiamo addomesticato, seminato e elaborato prodotti a base di tredici piante spontanee individuate insieme ai tecnici dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime. Ad oggi abbiamo inserito come coltivazioni “fisse” tre delle spontanee oggetto della ricerca (Sanguisorba officinalis, Echinops Sphaerocephalus e Mhyrris Odorata), scelte sulla base degli ottimi risultati ottenuti in termini di germinabilità, crescita e resa in cucina. Inoltre, abbiamo piantato sei esemplari di Prunus Brigantina, una Crop Wild Relatives (CWRs) che si trova ancora spontanea dalle nostre parti. Un recente studio (Landucci et al., 2015) indica 7032 specie di CWRs nel nostro Paese. Di queste, circa 600 sono già a rischio di estinzione e si stima che tra cinquant’anni il numero raggiungerà il 50%. La perdita di biodiversità dei progenitori selvatici potrebbe avere delle gravi conseguenze sulla sicurezza alimentare poiché questi hanno un ruolo fondamentale nei programmi di miglioramento genetico per favorire l’adattamento delle colture ai mutamenti climatici. È importante quindi la presenza di strategie locali che, unite a quelle nazionali, considerino il ruolo fondamentale dei progenitori selvatici.
Ricetta aceto di Pimpinella
Condividiamo la ricetta del nostro aceto di Sanguisorba officinalis, conosciuta anche come Pimpinella appartenente all’ordine delle Rosales (Famiglia Rosaceae). Raccogliere foglie di pimpinella giovani, tritarle e ricoprirle di aceto di vino bianco: 1 litro di aceto, 100g di foglie. Dopo due settimane, filtrare e trasferire in bottiglie. Ha proprietà antinfiammatorie, digestive, astringenti, emostatiche e toniche; è fonte di sanguisorbine, tannini, ellagitannini, saponine, rutina, quercetina, acido tannico, acido gallico e beta- sitosterolo.