In tutta Europa, reti delle sementi, gruppi di agricoltori, organizzazioni ambientaliste, ONG e la società civile in generale si sono impegnate a diffondere la petizione “La Tua Voce per la Diversità”, che chiedeva una giusta rappresentazione dell’agrobiodiversità nella nuova legislazione sementiera che il Parlamento ed il Consiglio Europei stanno negoziando. La petizione è stata tradotta in otto lingue e, tra novembre 2023 e novembre 2025, è riuscita a mobilitare oltre 200.000 persone in più di venti paesi dell’Unione. Rete Semi Rurali si è occupata della diffusione della versione in italiano (che potete trovare di seguito).
Al termine della petizione, le firme sono state simbolicamente consegnate ai politici europei a Bruxelles ed ai Ministri dell’agricoltura degli Stati membri dell’UE. Grazie di cuore a tutti i nostri sostenitori!
Petizione
Siamo a un bivio per il futuro del nostro cibo: L’UE sta attualmente negoziando nuove norme per il mercato delle sementi. Le norme attuali, introdotte negli anni ’60, promuovono sementi sviluppate per l’agricoltura industriale. Si tratta di sementi che possono essere vendute insieme a pesticidi nocivi e fertilizzanti sintetici e coltivate in monocolture. L’industria agroalimentare sta spingendo affinché le norme vadano ancora oltre, vietando la diversità per rendere ancora più uniformi sia le sementi che il nostro sistema alimentare. Ciò di cui abbiamo bisogno è esattamente l’opposto. Abbiamo bisogno di leggi sulle sementi che garantiscano il nostro diritto a un’alimentazione sana, diversificata e gustosa, valorizzando realmente la diversità nei campi e negli orti degli agricoltori, sostenendo le varietà locali e rispettando i diritti degli agricoltori.
Firma la nostra petizione per chiedere ai decisori politici dell’UE di non cedere alle pressioni dell’industria, ma di proteggere e promuovere la diversità delle colture e il diritto degli agricoltori di raccogliere, utilizzare, scambiare e vendere le proprie sementi!
Per una buona legislazione UE sulle sementi
La nuova legislazione UE sulle sementi proposta dalla Commissione europea nel luglio 2023 minaccia la conservazione e la circolazione della diversità delle colture. Essa ignora il diritto degli agricoltori di raccogliere, utilizzare, scambiare e vendere le proprie sementi, sancito dal diritto internazionale. Ciò è inaccettabile.
Chiediamo al Parlamento europeo e ai ministri dell’Agricoltura di rivedere la proposta di legge dell’UE sulle sementi e di adottare una legislazione che consenta la circolazione di sementi diversificate, migliori la biodiversità, rispetti i diritti degli agricoltori e getti le basi per un sistema alimentare sostenibile, resiliente e diversificato:
La conservazione e l’uso sostenibile della diversità delle colture adattate alle condizioni locali sono la priorità assoluta. Secondo le Nazioni Unite, abbiamo già perso il 75% della diversità delle colture in agricoltura. Ciò che rimane è la nostra ancora di salvezza. Dovremo proteggere e utilizzare la diversità rimanente per adattare la nostra produzione alimentare a condizioni climatiche più estreme e a nuovi parassiti e malattie.
Il diritto umano degli agricoltori e dei giardinieri di raccogliere, utilizzare, scambiare e vendere i propri semi deve essere pienamente attuato. Tale diritto è sancito dall’articolo 19 della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e delle altre persone che lavorano nelle zone rurali, nonché dall’articolo 9 del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura, ed è vincolante per l’Unione europea e i suoi Stati membri.
La commercializzazione di varietà diversificate e adattate alle condizioni locali da parte dei produttori regionali di sementi deve essere facilitata. Le norme volte a regolamentare la produzione industriale di sementi non devono essere (ab)usate per limitare la vendita di varietà e specie locali diversificate da parte dei produttori artigianali. Alla luce delle crisi climatiche e della biodiversità, dobbiamo diversificare la produzione di sementi, non aumentare ulteriormente la nostra dipendenza dalle fonti industriali di sementi. Bisogna opporsi agli sforzi della lobby agrochimica volti a distruggere tutte le alternative attraverso un eccesso di regolamentazione!
È necessario facilitare la commercializzazione di varietà diversificate e adattate alle condizioni locali da parte dei produttori regionali di sementi. Le norme volte a regolamentare la produzione industriale di sementi non devono essere (ab)usate per limitare la vendita di varietà e specie locali diversificate da parte dei produttori artigianali. Alla luce delle crisi climatiche e della biodiversità, dobbiamo diversificare la produzione di sementi, non aumentare ulteriormente la nostra dipendenza dalle fonti industriali. È necessario opporsi agli sforzi della lobby agrochimica volti a distruggere tutte le alternative attraverso un eccesso di regolamentazione!
Le varietà di nuova approvazione non devono dipendere da pesticidi o fertilizzanti sintetici. Per consentire metodi di coltivazione che proteggano il nostro ambiente e il nostro clima, abbiamo bisogno di sementi che prosperino in condizioni di coltivazione biologica e/o a basso input.
l 7 febbraio è atteso un voto del Parlamento Europeo che potrebbe cancellare etichettatura, tracciabilità e valutazione del rischio per i nuovi OGM, contaminando così l’agricoltura e l’ambiente e togliendo il diritto di scelta ai consumatori
ROMA, 5 FEBBRAIO 2024 – Le 42 organizzazioni dell’agricoltura contadina e biologica, ambientaliste, dei consumatori e della società civile riunite nella Coalizione Italia Libera da OGM lanciano un appello a tutti gli europarlamentari italiani che il prossimo 7 febbraio saranno chiamati a votare la proposta di deregolamentazione degli OGM ottenuti da nuove tecniche genomiche (New Genomic Techniques – NGT): tutelate il principio di precauzione, i diritti degli agricoltori e dei consumatori, il diritto di moratoria per gli stati. Le elezioni sono vicine e questo voto verrà ricordato.
Le regole vigenti dal 2001 per la commercializzazione di organismi geneticamente modificati e il divieto nazionale sulla coltivazione rischiano, infatti, di essere cancellate con un colpo di spugna dal voto dell’Eurocamera. Verrebbero annullati gli obblighi di valutazione del rischio secondo il principio di precauzione, tracciabilità delle modifiche genetiche ed etichettatura dei prodotti finali al consumatore. La spinta verso questa scelta irresponsabile nasce dalle organizzazioni dell’agroindustria e dalle imprese sementiere transnazionali interessate a vendere nuovi OGM coperti da brevetti.
Il tutto mentre una protesta degli agricoltori viene ampiamente strumentalizzata dalle principali organizzazioni di categoria, che stanno per somministrare ai loro associati la pillola avvelenata delle NGT facendola passare per una medicina utile contro i problemi di un modello agricolo intensivo insostenibile la cui crisi è ormai cronica. Ma non saranno i nuovi OGM a garantire il reddito degli agricoltori. Tutt’altro.
La via d’uscita non erano gli OGM di prima generazione negli anni Novanta, così come non lo sono oggi quelli prodotti dalle NGT. Le mutazioni genetiche fuori bersaglio sono all’ordine del giorno con queste biotecnologie, propagandate invece come precise e mirate. I loro effetti sulle piante e sugli organismi viventi sono ancora largamente sconosciuti, ma vengono minimizzati da una ricerca che dipende ormai dalla vendita delle sue “innovazioni” ai signori dei semi. Gli interessi in gioco sono grandi: c’è un mercato potenziale di 550 milioni di consumatori che finora non ha voluto comprare OGM e poteva contare su delle etichette obbligatorie sui prodotti per poter scegliere. E poi ci sono i milioni di agricoltori europei nei 18 paesi che si sono dichiarati “OGM free”. Con una deregulation, rischierebbero la contaminazione dei loro campi da parte di pollini NGT portati dagli agenti atmosferici o dagli insetti impollinatori e rischierebbero ad ogni semina di violare il brevetto di qualche ditta sementiera.
La biocontaminazione sarebbe un dramma irreversibile per l’agricoltura biologica, che vieta l’uso di OGM in tutta la filiera. Ma sarebbe anche inevitabile vista la conformazione geografica del nostro paese e la lunghezza del viaggio che può compiere il polline. L’intero comparto, che oggi copre quasi il 20% della superficie agricola italiana e nutre un mercato che non è mai calato – nemmeno durante i periodi più neri dell’economia – sarebbe messo in discussione da questa deregolamentazione. Lo stesso vale per una quota importante del Made in Italy, che non utilizza nemmeno mangimi OGM d’importazione e che si è guadagnata il suo spazio e la sua notorietà anche per il fatto di poter esibire un marchio “NON-OGM”. Per non parlare dei piccoli produttori che riproducono le proprie sementi ancora oggi anche in Italia, e potrebbero finire in tribunale con l’accusa di violazione della proprietà intellettuale se tutto d’un tratto le loro piante esprimessero caratteri brevettati dalle imprese e migrati con il vento.
“Emendamenti civetta” sono già stati passati nelle commissioni per provare a tacitare le preoccupazioni diffuse. Ma non basta etichettare le sementi per consentire la scelta all’agricoltore, se poi viene contaminato in campo e non ha meccanismi di tracciabilità per denunciare il fatto come parte lesa. Non basta dichiarare che questi nuovi OGM non saranno brevettabili, se poi nella realtà occorre una riforma della Convenzione europea sui brevetti che richiede l’unanimità e un percorso di anni. Il Parlamento deve fare regole, non dichiarazioni di intenti. E ad oggi, le regole che si appresta a disfare rompono un argine che in ventiquattro anni – da quando la direttiva 2001/18 è stata approvata – aveva garantito trasparenza e libertà di scelta. Prima di minare queste norme di civiltà, gli europarlamentari ci pensino due volte e votino l’emendamento di rigetto dell’intero regolamento.
La Coalizione Italia Libera da OGM
Agorà degli Abitanti della Terra, AIAB, AltragricolturaBio, ARCI, ASCI, Assobio, Associazione Consumatori Utenti, Associazione per l’agricoltura biodinamica, Associazione rurale italiana, Attac Italia, Centro internazionale Crocevia, Civiltà Contadina, Coltivare Condividendo, Consorzio della Quarantina, Coordinamento ZeroOgm, CUB, Deafal, Demeter, Equivita, Egalité, European Consumers Aps, Fairwatch, Federazione Nazionale Pro Natura, Federbio, FIRAB, Fondazione Seminare il Futuro, Greenpeace, ISDE, Legambiente, Lipu, Navdanya International, RIES – Rete Italiana Economia Solidale, Reorient, Ress, Seed Vicious, Slow food Italia, Terra!, Terra Nuova, Transform! Italia, USB, Verdi Ambiente e Società, WWF
Una campagna internazionale chiede alle istituzioni Europee di riconsiderare la proposta di riforma della legislazione sementiera
17 Novembre 2023 – Comunicato stampa
Bruxelles, Firenze, Schiltern – Oggi, diverse reti e organizzazioni che si occupano di sementi e agrobiodiversità lanciano la campagna europea “La tua voce per la diversità!”. La petizione richiede che siano apportate modifiche importanti alla proposta legislativa sulla commercializzazione delle sementi presentata dalla Commissione europea nel luglio 2023. Ai membri del Parlamento europeo e ai ministri dell’Agricoltura dell’UE chiediamo di garantire che la legge sementiera promuova la coltivazione e la circolazione dell’agrobiodiversità e ponga le basi per la costruzione di sistemi sementieri, agricoli e alimentari resilienti e diversificati. “La riforma della legge europea sulle sementi sarà cruciale per definire il futuro della nostra agricoltura e del cibo che arriva sulle nostre tavole. Dobbiamo mobilitarci in modo che tale legislazione favorisca la circolazione di sementi e varietà diverse e si opponga agli interessi dell’agroindustria”, chiedono le organizzazioni: “I tempi del negoziato europeo sulla proposta sono stretti: ogni contributo, ogni singola firma a sostegno della diversità, conta!” La richiesta fondamentale della campagna è che la diversità sia la priorità principale della legge sementiera Europea! Invece, la proposta attualmente in fase di discussione e livello Europeo, minaccia la conservazione e la circolazione dell’agrobiodiversità e non rispetta i diritti degli agricoltori rispetto alle sementi. Le norme attualmente in vigore per regolamentare il mercato sementiero Europeo risalgono, nella loro struttura fondamentale, agli anni Sessanta e sono state pensate per il modello sementiero e agricolo agro-industriale. I sistemi sementieri locali, diversificati (con le varietà localmente adattate che vi circolano), sono state da quel momento marginalizzati e sottoposti ad un eccessivo carico burocratico. Il mondo dell’agroindustria sta cercando di chiudere più strettamente le maglie della legislazione sementiera, per favorire ulteriormente il sistema sementiero agro-industriale e ridurre ancor più gli spazi per la circolazione di sementi e varietà diversificate. “Con questa proposta, corriamo il rischio che le corporazioni agroindustriali acquisiscano il controllo pressoché totale del nostro sistema alimentare. Le nuove regole sottopongono ad un eccessivo carico burocratico il lavoro di chi conserva, scambia e riproduce sementi e varietà locali e non tengono in considerazione il diritto che hanno gli agricoltori di scambiare e vendere le sementi. Molti di questi attori, impegnati nella conservazione e l’uso sostenibile della diversità, sarebbero costretti a smettere, con conseguenze disastrose sul mantenimento della diversità genetica delle specie coltivate. Le nuove regole sono inoltre del tutto inadeguate considerando la crisi climatica ed ambientale. La proposta è inaccettabile” sono le parole di Magdalena Prieler, esperta di politiche sementiere per l’organizzazione austriaca ARCHE NOAH. “I Ministri dell’Agricoltura ed il Parlamento Europeo devono agire adesso, per promuovere la diversificazione dei sistemi sementieri introducendo specifiche deroghe all’interno del nuovo regolamento. La proposta deve favorire la conservazione on-farm (nei campi degli agricoltori) e l’uso sostenibile dell’agrobiodiversità, comprese le varietà tradizionali, e quelle sviluppate tramite processi decentralizzati e partecipativi con gli agricoltori, per adattarsi alle loro specifiche condizioni locali” spiega Riccardo Bocci, direttore tecnico di Rete Semi Rurali, associazione che unisce più di 40 organizzazioni dedicate alla conservazione e la gestione dinamica dell’agrobiodiversità in Italia. “La diversità è la chiave per costruire sistemi alimentari sani e sostenibili. Grazie a questa campagna, ognuno di noi può far sentire la sua voce per sostenere l’agrobiodiversità ed il diritto degli agricoltori ad utilizzarla”.
La campagna chiede che:
La conservazione e l’uso sostenibile della diversità locale siano una priorità delle leggi sementiere europee
Il diritto degli agricoltori alla riproduzione, l’uso, lo scambio e la vendita delle sementi sia pienamente rispettato
La commercializzazione di varietà diverse e localmente adattate sia facilitata
Le varietà immesse sul mercato non dipendano da pesticidi e fertilizzanti
La campagna è attualmente disponibile in inglese, olandese, tedesco e italiano. Sarà tradotta in altre lingue nel prossimo futuro. La versione italiana è disponibile qui:LA TUA VOCE PER LA DIVERSITÀ
In occasione de Consiglio “Ambiente” 20 dicembre la RSR scrive al Ministro Cingolani, aderendo all’appello di IFOAM e FIBL per sostenere il principio di precauzione nella regolamentazione delle piante ottenute con nuove tecniche genomiche
credits Friends of the Earth Europe
Spettabile Ministro Cingolani,
Le scriviamo per chiederle, sulla base delle osservazioni di seguito riportate, di difendere l’attuale rigida regolamentazione degli organismi geneticamente modificati (OGM) alla prossima riunione del Consiglio Ambiente del 20 dicembre. La Commissione europea si sta orientando verso l’esclusione della nuova generazione di OGM (GE) dal quadro normativo dell’UE per gli OGM. La Commissione sostiene infatti che alcune piante selezionate e riprodotte con le cosiddette “nuove tecniche genomiche” possano contribuire alla sostenibilità del modello agricolo europeo, e prevede di introdurre un quadro normativo distinto e per molti versi favorevole al loro utilizzo. Questo significherebbe la riduzione e l’abolizione delle norme esistenti per tali produzioni, soprattutto per ciò che riguarda il rischio di contaminazione ambientale, la tracciabilità e l’etichettatura. Con questa decisione, sia il monitoraggio del rischio ambientale che la responsabilità del produttore sarebbero sostanzialmente indeboliti se non eliminati. Ad oggi, riteniamo inderogabile l’introduzione di un nuovo protocollo di tutela per ciò che riguarda le NBT, ma le argomentazioni pervenute rimangono estremamente vaghe, e non ci sono finora criteri o metodologie chiare per la loro applicazione. Quando, nel 2019, il Presidente della Commissione Barroso decise di trasferire la responsabilità del dossier OGM dalla DG ENVI alla DG SANTE, i Ministri dell’ambiente e il Consiglio dell’ambiente hanno avuto il ruolo di indirizzo sul quadro giuridico e sulle autorizzazioni alla commercializzazione degli OGM sulla base della preminenza degli aspetti della biosicurezza e dei potenziali impatti ambientali in gioco, temi che si ripropongono anche nel caso delle nuove tecniche GE. La preghiamo quindi di sostenere le tesi della delegazione austriaca in sede di Consiglio. Chiediamo di sostenere le informazioni presentate dall’Austria, che sottolineano la necessità di rispettare il principio di precauzione e il diritto dei consumatori ad essere informati. L’Italia deve giocare un ruolo nel “Consiglio Ambiente” di dicembre per difendere una regolamentazione rigorosa. La pietra miliare della legislazione UE sugli OGM, la direttiva 2001/18, è stata originariamente discussa e concordata dai Ministri dell’ambiente dell’UE. Pone molta attenzione agli aspetti ambientali, compresi gli impatti potenzialmente negativi sulla natura, gli ecosistemi e le specie in pericolo. Tuttavia, il Consiglio Ambiente non ha fatto parte delle discussioni in corso sulle GE: solamente il Consiglio Agricoltura ha discusso i piani della Commissione nel maggio 2021. Il Consiglio Ambiente del dicembre 2021 potrebbe essere l’unica occasione per i Ministri dell’ambiente per prendere posizione. L’imminente confronto sarà un’importante opportunità per esprimere preoccupazioni sul potenziale indebolimento degli standard ambientali per gli OGM creati con le nuove tecnologie. Sarà anche un’opportunità per presentare i vostri punti di vista su come il quadro esistente riguardo agli OGM dovrebbe essere applicato, e quali elementi debbano essere mantenuti nel caso in cui il quadro giuridico venga modificato. Le chiediamo di prendere posizione in difesa di una valutazione rigorosa della sicurezza per tutti gli OGM, comprese le piante ottenute per mutagenesi diretta e cisgenesi, e di ribadire l’importanza del principio di precauzione come fondamento di qualsiasi quadro giuridico dell’UE per gli OGM. Le organizzazione della società civile, i produttori biologici e non OGM sono profondamente preoccupati Da parte nostra, siamo molto preoccupati che la Commissione europea presenti le “nuove tecniche genomiche” come un modo per ottenere sistemi alimentari più sostenibili e come uno strumento per ridurre l’uso di pesticidi. La tecnologia GE non è altro che una pericolosa distrazione dai reali progressi verso la sostenibilità. L’attuale attenzione su presunte soluzioni tecnologiche ai problemi sistemici che l’agricoltura di oggi deve affrontare, sta allontanando le risorse urgentemente necessarie alla ricerca e all’applicazione di approcci realmente sistemici che affrontino le cause dei problemi piuttosto che trattarne i sintomi. In breve, la presentazione degli OGM come modo per raggiungere la sostenibilità dal nostro punto di vista non è altro che uno spreco di tempo e denaro, che solleva più domande e rischi di quanti ne risolva. I governi devono rispettare e applicare la sentenza della Corte di giustizia europea e garantire che la nuova generazione di OGM sia adeguatamente regolamentata nell’ambito dell’attuale quadro UE sugli OGM. Si deve garantire la sicurezza e la trasparenza per gli allevatori, gli agricoltori, i trasformatori di cibo e i consumatori. Nel caso in cui vengano identificati problemi ambientali, la trasparenza, la tracciabilità e l’attribuzione di responsabilità sono cruciali. Molte grazie per aver considerato le nostre richieste. Cordiali saluti, Per Rete Semi Rurali il Coordinatore Claudio Pozzi
La Commissione UE ha fatto un primo passo verso la deregolamentazione ricerca ed uso delle piante derivanti dalle Nuove Tecniche di ingegneria genetica (NBT) o Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA)
Alla fine di settembre, l’Health Branch della Commissione europea ha pubblicato un primo rapporto su come e perché le nuove piante NBT dovrebbero essere escluse dalle regole dell’UE per gli OGM. Questa proposta rispecchia in gran parte la lista dei desideri del settore biotech.
La Commissione UE ripete infatti affermazioni non dimostrate come il fatto che i nuovi OGM contribuirebbero a ridurre le emissioni di gas serra o a ridurre l’uso di pesticidi, tesi promosse dalle corporazioni biotech come Bayer e Corteva. In realtà, una deregolamentazione del settore significherebbe che gli agricoltori, i produttori di cibo, i trasformatori e i consumatori non possono più rifiutare i prodotti NBT e optare per scelte senza OGM, e che i produttori di sementi NBT/GM non avrebbero alcuna responsabilità per eventuali danni causati dai loro prodotti.
L’invito è di diffondere questa campagna presso i vostri associati e rispondere direttamente alla Commissione prima del 22 ottobre per manifestare la vostra opposizione a questo approccio:
Qui ci sono alcune piattaforme che rendono facile dire alla Commissione il vostro contributo:
Se volete far sentire la vostra voce direttamente alla Commissione abbiamo tradotto il documento già redatto da Friends of the Earth che può essere personalizzato e migliorato. Il testo spedito attraverso questa pagina https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13119-Legislazione-per-le-piante-prodotte-con-alcune-nuove-tecniche-genomiche_it
Pubblicato un nuovo rapporto sui semi coperti da brevetto: chiamata alla protesta pubblica
La coalizione internazionale No patents on Seeds! ha pubblicato il 23 ottobre 2014 un rapporto sui brevetti che concernono le sementi. Lo spunto per il rapporto nasce dal fatto che l’Epo -Ufficio Europeo per i Brevetti- ha concesso migliaia di brevetti su vegetali e sementi, con un numero crescente di brevetti concessi su piante e sementi ottenuti con metodi di miglioramento genetico convenzionali. Dagli anni ’80, in Europa, sono stati concessi 2.400 brevetti su vegetali e 1.400 brevetti su animali. 7.500 brevetti su vegetali e 5.000 su animali sono in attesa di concessione. L’Epo ha già concesso più di 120 brevetti su vegetali ottenuti con metodi convenzionali di miglioramento genetico e circa 1000 altre richieste sono in attesa di concessione. Spesso la portata di questi brevetti è molto ampia e spesso prende in considerazione intere filiere, dalla produzione al consumo.