Aperture nella legislazione sementiera

16 Dicembre 2024 | Articoli, legislazione sementiera

di Gea Galluzzi – Rete Semi Rurali

Fino agli anni ’90, la conservazione delle risorse genetiche agricole, era stata considerata soltanto da un punto di vista scientifico, esclusivo interesse di istituzioni di ricerca e di conservazione ex situ (banche del seme ecc). Il settore sementiero non era mai stato considerato parte di un possibile sistema integrato per la conservazione e l’uso sostenibile di queste risorse. A partire dagli anni ‘90 invece, anche grazie all’influenza degli accordi internazionali sulle risorse genetiche (vedi pagina sito)
ed al crescente movimento di agricoltori e consumatori attenti a queste tematiche, le cose iniziano a cambiare e cominciano a comparire termini quali “varietà da conservazione” “materiale eterogeneo biologico” e “Organic Varieties”.

Varietà da conservazione: La Direttiva UE 98/95 del Dicembre 1998 introduce questa nuova categoria di cui si autorizza la commercializzazione nel territorio dell’Unione Europea. Tali varietà sono quelle, sia locali che moderne, non più iscritte ai Registri nazionali, ma ancora coltivate in modo tradizionale in luoghi specifici e particolari e minacciate dalla cosiddetta erosione genetica.
La Direttiva Europea per la prima volta riconosceva il legame tra la conservazione delle risorse genetiche e le regole sulla commercializzazione delle sementi. L’idea era quella di creare un sistema semplificato per la registrazione e l’immissione sul mercato delle sementi di queste varietà, che potesse favorirne ancor meglio la conservazione tramite l’uso diretto, supportare sistemi sementieri locali e biologici e coesistere in parallelo al settore sementiero formale. Vista la difficoltà delle negoziazioni, solo a partire dal 2008 sono uscite le direttive di attuazione: la Direttiva 62 sulle varietà da conservazione di specie agrarie e patate, la Direttiva 145 sulle ortive, e la Direttiva 60 sulle miscele foraggere. L’impatto di queste Direttive è stato variabile a seconda delle specie e dei Paesi, ma in generale, soprattutto le specie agrarie sono appesantite da deroghe limitanti e da una eccessiva burocratizzazione di tutto il sistema. Per maggiori dettagli sulle varietà da conservazione:
Guida ai sistemi sementieri: rsr.bio/wp-content/uploads/2021/02/Guida-ai-sistemi-sementieri.pdf
Scheda Tecnica n.5

Il materiale eterogeneo biologico (MEB): Qualche anno più tardi, nel 2014, la Commissione ha lanciato un esperimento temporaneo in sei Paesi (2014-2021, EU Commission Implementing Decision 2014/150/EU) per permettere in via sperimentale l’immissione sul mercato di sementi non certificate derivanti da popolazioni eterogenee di cereali. I risultati di questo esperimento hanno aperto un’altra breccia nella legislazione sementiera, attraverso il nuovo Regolamento Europeo sull’Agricoltura Biologica (2018/848 e gli Atti Delegati 2021/1189). Questo regolamento permette ufficialmente la commercializzazione di materiale eterogeneo biologico (in inglese OHM – Organic Heterogeneous Material) tramite una semplice notifica e senza passare dal processo di registrazione varietale e di certificazione dei lotti.

Esperimento temporaneo sulle varietà adatte al bio: Ancor più recentemente, traendo spunto dai principi del nuovo regolamento Europeo per l’Agricoltura Biologica, altri due esperimenti temporanei (2023-2030) sono stati avviati per valutare ulteriori modifiche all’architettura sementiera comunitari, risultando nella possibilità di registrare varietà adatte all’agricolturabiologica (OV – Organic Varieties) con alcune eccezioni rispetto ai protocolli DUS e per un numero limitato di specie: orzo, mais, segale e frumento (Direttiva EU 2022/1647) e carota e cavolo rapa (EU 2022/1648). Alla fine di ogni anno gli Stati Membri dovranno mandare il loro rapporto sul numero di richieste di iscrizione e sui risultati dei test DUS “modificati”.

Ultimi post

Send this to a friend