“L’unicità del giardino di Burbank è che tutto al suo interno è il risultato della creatività. Ogni cosa nel giardino è stata soggetta all’influenza del selezionatore” (N.I. Vavilov)
Burbank (1849-1926) è stato il più famoso orticoltore e selezionatore degli Stati Uniti, responsabile della creazione di più di 800 tipi e varietà di piante – agricole e ornamentali – durante i suoi 55 anni di carriera. La sua storia comincia con la patata. Nel 1873 partendo dai semi veri della varietà a impollinazione aperta Early Rose cominciò a selezionarne le progenie e riprodurre le selezioni pe r via gamica. La varietà che ne uscì fu chiamata Burbank e per oltre 70 anni è stata la patata più coltivata negli USA insieme alle sue varianti, tra cui la più famosa è la Russet Burbank, patata a buccia rossa usata da McDonalds per produrre le sue famose patatine. Nel 1875 spostò la sua attività in
California a Santa Rosa dove fondò la sua azienda con i campi, il giardino, il vivaio e le serre. Oggi l’azienda è diventata un importante parco cittadino (http://www.lutherburbank.org).
Qui Burbank cominciò a seminare, moltiplicare e incrociare semi e materiale di propagazione provenienti da tutto il mondo. La sua straordinaria capacità di selezionare gli permetteva di valutare più caratteri nel tempo a partire dall’ideotipo che aveva pensato all’inizio dell’esperimento.Secondo H. de Vries, famoso biologo olandese teorico delle mutazioni, Burbank era “un giardiniere pieno di genio”. E questa immagine del giardiniere eccentrico e geniale, ma non scienziato, accompagnò Burbank dopo la sua morte, dato che nel suo lavoro non fece mai uso di particolari procedure sperimentali e non si appoggiò alla nascente disciplina della genetica per impostare i piani di incrocio e di selezione. Anche le testimonianze scritte delle sue attività – più descrittive che quantitative – portarono il mondo scientifico a emarginarlo, relegando la sua figura a quella di un hobbista o, addirittura, a dimenticarla del tutto perché troppo vicino a Lamarck e alla teoria dei caratteri acquisiti. Senz’altro non portò fortuna a Burbank il fatto che il biologo russo Lysenko – responsabile della cattura e morte di N.I. Vavilov (vedi personaggio del Notiziario 1, giugno 2011) nonché detrattore della scienza genetica – apprezzò il suo lavoro e lo citò tra i suoi biologi di riferimento.
Una parte del lavoro di Burbank si concentrò sugli alberi da frutto, applicando la riproduzione per seme e l’incrocio tra specie diverse e poi propagando per via agamica le progenie selezionate. In questo modo riuscì a superare il fatto che gli incroci tra specie diverse fossero sterili – non dovevano produrre semi tanto si riproducevano per via asessuale – e inoltre questi incroci dimostrarono la loro importanza sul mercato producendo frutti senza semi. Particolarmente intensi furono i suoi lavori su susino e rovo, creando una collezione di piante provenienti da tutto il mondo e dando vita, grazie ai suoi incroci, a una serie di nuova varietà.
Burbank si dedicò anche al mais e la sua passione per gli incroci lo portò a scoprire l’origine di questa pianta. Infatti, nel 1907 incrociò una varietà commerciale con un parentale selvatico chiamato teosinte e ottenne degli ibridi con caratteri intermedi. Da questa scoperta ne dedusse che il teosinte dovesse essere la forma selvatica del mais coltivato. Sono dovuti passare circa 90 anni per avere la prova dell’intuizione di questo artista-orticoltore. Infatti, solo nel 1990, grazie a studi molecolari sul genoma, la scienza confermò che l’antenato del mais fosse il teosinte.
Burbank era anche un uomo dedito al commercio: le sue varietà venivano vendute in tutti gli Stati Uniti. In questo settore, tuttavia, la sua influenza si è fatta sentire soprattutto dopo la sua morte. Infatti, nel 1930 Paul Stark (colui che diede il nome alla mela Stark), presidente del Comitato sui brevetti vegetali, e Archibald Augustine, presidente dell’Associazione Americana dei Vivaisti, stavano cercando di far passare al Congresso la prima legge in difesa dei selezionatori di piante riprodotte per via agamica, grazie al riconoscimento di un diritto di proprietà intellettuale – il brevetto – sulle varietà da loro create. Uno degli oppositori della legge era Fiorello La Guardia, futuro sindaco di New York. La sua resistenza fu vinta grazie alla lettera che Burbank scrisse nel 1926 a Paul Stark in cui auspicava la messa in opera di una legge in questo senso: una volta saputo che Burbank sarebbe stato d’accordo La Guardia ritirò le sue obiezioni e la legge passò alla Camera e al Senato.