di Gea Galluzzi – Rete Semi Rurali

Ad oggi, la commercializzazione delle sementi nell’Unione Europea è disciplinata da una numerosa serie di Direttive comunitarie, che devono a loro volta essere recepite in ogni Stato Membro . Le prime, risalenti agli anni ’60, si proponevano di garantire l’identità, la qualità e la produttività delle sementi, rispondendo alle esigenze di aumento della produzione e agli interessi delle nascenti industrie sementiere e alimentari. Per essere commercializzate sul territorio Europeo, è obbligatorio rispettare alcune regole contenute nelle già citate Direttive: le varietà devono essere iscritte ai registri ufficiali e le sementi da esse derivate devono essere certificate ed etichettate.

L’iscrizione delle varietà: registrare una varietà, escluse poche eccezioni, è un prerequisito fondamentale per poter immettere le sue sementi sul mercato. Per poter essere registrata nei cataloghi nazionali (www.sian.it/portale/?) ed in quello comunitario (european-union.europa.eu/select-language?destination=/node/1), una varietà deve sottostare agli stessi criteri che ne permettono la protezione nel sistema UPOV (The International Union for the Protection of New Varieties of Plants)(www.upov.int/portal/index.html.en): in entrambi casi la varietà deve essere Distinta, Uniforme e Stabile, deve perciò rispettare i cosiddetti criteri “DUS”. Le prove in campo per verificare questa corrispondenza sono eseguite da autorità pubbliche e richiedono diversi cicli di moltiplicazione (anni) oltre che essere molto costose. Nel caso specifico dei cereali e delle altre colture di pieno campo si applica anche un altro criterio, il VCU (valore agronomico e di coltivazione), che valuta le qualità di una nuova varietà per stabilire se costituisce un miglioramento apprezzabile rispetto alle varietà esistenti. La VCU viene verificata in condizioni di coltivazione convenzionali, pertanto è di solito un ostacolo importante all’approvazione di varietà selezionate per sistemi agricoli biologici o a basso
impatto ambientale.

La certificazione delle sementi: una volta superato il processo di registrazione di una determinata varietà, per essere commercializzata sul mercato dell’Unione Europea deve rispondere a ulteriori criteri qualitativi legati a: purezza, umidità, assenza di malattie/parassiti e germinabilità. Per garantire il rispetto degli standard, le Direttive sementiere prevedono la certificazione pre-commercializzazione dei lotti delle sementi, assicurandosi così che esse siano state riprodotte in modo adeguato (ad esempio rispettando le distanze necessarie ad impedirne la contaminazione). La certificazione è rilasciata da Autorità Pubbliche (in Italia il CREA-DC) che richiedono campioni dai produttori e conducono ispezioni in campo. Per alcune specie (ortive o fruttifere) esiste una maggior flessibilità nelle procedure di certificazione, per cui si eseguono controlli su sementi già immesse sul mercato.

Etichettatura e confezionamento: Infine, le legislazione sementiera prevede l’obbligo di confezionare le sementi in pacchetti sigillati, e di riportare in etichetta informazioni che ne permettano la tracciabilità (lotto della semente, ente certificatore, ecc.).
Questo modello di legislazione sementiera, insieme alle politiche di sviluppo agricolo e le normative sulla proprietà intellettuale ha favorito l’affermazione dei sistemi sementieri formali, relegando quelli informali ai margini della legge (link a pagina sito su sistemi sementieri). Ciò ha determinato un danno non solo per il mantenimento e la creazione della diversità agricola ma anche per lo sviluppo del settore biologico, che non trova sul mercato un sufficiente numero di varietà che rispondano alle esigenze di adattamento locale, stabilità e qualità. Negli anni, sono state avanzate diverse proposte per far coesistere la conservazione della diversità agricola con la legislazione sementiera (https://rsr.bio/aperture-nella-legislazione-sementiera/) ma è anche tutt’ora in corso un processo più profondo di riforma della legislazione sementiera stessa (rsr.bio/verso-una-riforma-integrale-della-legislazione-sementiera/).