
” L’obbiettivo della conservazione non è catturare il momento attuale della storia evolutiva cosa per la quale non servono speciali virtù, ma conservare il materiale in modo tale che possa continuare da evolvere.” (1968)
(1925–2012) Erna Bennett è stata una delle pioniere della conservazione della biodiversità. Dal 1960 ha lavorato alla stazione di ricerca sul miglioramento genetico vegetale della Scozia e nel 1964 ha scritto un articolo divenuto famoso e tradotto in moltissime lingue: Plant Introduction and Genetic Conservation: Genecological aspects of an urgent world problem. In questo articolo la Bennett richiamava l’attenzione della comunità scientifica internazionale sull’urgenza di conservare la biodiversità agricola, in rapida scomparsa nei campi degli agricoltori.
Nel 1967 è entrata alla FAO, dove è riuscita a coinvolgere direttamente l’Agenzia delle Nazioni unite nella raccolta di risorse genetiche delle piante coltivate in molti paesi. È stata responsabile del coordinamento di molte missioni di esplorazione nazionali e internazionali e programmi di conservazione genetica nei paesi del bacino del Mediterraneo e in Asia sud-occidentale e centrale. Ha inoltre avviato la prima indagine mondiale sullo stato delle collezioni ex situ. In questo periodo ha pubblicato come co-autore e curatore, con un altro grande sostenitore della causa della conservazione, Sir Otto Frankel, un classico sulle risorse genetiche, Genetic Resources in Plants. Questo libro, uscito nel 1970, ha contribuito a convincere I partecipanti della Conferenza di Stoccolma del 1972 della necessità di organizzare un programma globale di conservazione delle risorse genetiche delle piante coltivate.
Mentre lavorava presso la FAO, Erna è diventata sempre più preoccupata che gli sforzi immensi per la raccolta e la conservazione del germoplasma fossero dirottati e controllati da potenti interessi privati. Dopo aver combattuto all’interno della FAO per molti anni a tenere fuori gli interessi delle multinazionali dal sistema delle Nazioni Unite, Erna è stata costretta a dimettersi nel 1982, siccome l’influenza delle multinazionali sulla politica FAO aveva raggiunto livelli per lei intollerabili. Da allora, è rimasta molto attiva su questi e altri temi, ma fuori dagli ambienti ufficiali.
Come hanno scritto Pat Mooney e Cary Fowler nel libro Biodiversità e futuro dell’alimentazione: “è stata questa colorita, schietta, rivoluzionaria irlandese che per prima coniò il termine ‘conservazione genetica’ e diede sostanza e strategia al termine a beneficio della comunità mondiale.”
Fonte: GRAIN – http://www.grain.org