Sabato 5 aprile, a Rovasenda, si è tenuto un convegno sui “nuovi OGM” (NBT o TEA), organizzato per discutere rischi e implicazioni delle recenti autorizzazioni governative alle sperimentazioni in campo aperto. L’evento ha riunito esperti e cittadini, evidenziando preoccupazioni comuni.
Al centro del dibattito, la decisione del governo di consentire l’uso di queste tecniche nonostante i dubbi sull’efficacia delle misure anti-contaminazione. Gianpaolo Andrissi (Biodistretto del Riso Piemontese) ha sottolineato come la presunta precisione del CRISPR-Cas non sia garantita ed è stata richiamata anche la sentenza della Corte UE del 25 luglio 2018, che applica il principio di precauzione ai nuovi OGM, equiparandoli a quelli tradizionali. Luca Ferrero (ASCI) ha lanciato un appello per una moratoria, denunciando rischi per le piccole aziende: contaminazioni, perdita di valore dei prodotti e royalty insostenibili. Giuseppe De Santis (Rete Semi Rurali) ha criticato la mancanza di tracciabilità e etichettatura nella proposta della Commissione Europeo (avallato dal Parlamento), limitando la possibilità scelta dei consumatori e non assicurando il diritto degli agricoltori biologici dell’integrità dell’esenzione dei propri prodotti dalla contaminazione dei nuovi OGM.
Il convegno ha ribadito l’urgenza di tutelare biodiversità e agricoltura sostenibile, annunciando un impegno per un confronto con le associazioni agricole.
