COMUNICATO STAMPA > martedi 3 dicembre 2013 > A.S.C.I. LIGURIA
In seguito alla conferenza “La sfida degli OGM sostenibili, L’agricoltura del domani” – con Pamela Ronald, tenutasi nell’ambito del Festival della scienza di Genova e, più in generale, sulla questione delle sementi OGM:
Riteniamo opportuno come contadini e liberi cittadini esprimere con urgenza una diversa concezione di agricoltura realmente sostenibile.
COMUNICATO STAMPA > martedi 3 dicembre 2013 > A.S.C.I. LIGURIA
In seguito alla conferenza “La sfida degli OGM sostenibili, L’agricoltura del domani” – con Pamela Ronald, tenutasi nell’ambito del Festival della scienza di Genova e, più in generale, sulla questione delle sementi OGM:
Riteniamo opportuno come contadini e liberi cittadini esprimere con urgenza una diversa concezione di agricoltura realmente sostenibile.
L’introduzione degli Organismi Geneticamente Modificati in agricoltura comporta effetti profondamente negativi sulla salute dell’uomo, sull’ambiente e sulle economie locali.
Pretendiamo il diritto alla Sovranità Alimentare; le sementi OGM rappresentano invece solo l’ultimo passo verso il monopolio del cibo e dell’intera filiera agroalimentare. Alle corporazioni interessa vendere l’intero pacchetto di prodotti (semi, erbicidi, pesticidi e concimi chimici) adatti alle colture transgeniche; inoltre, le costose sementi OGM sono soggette a brevetto e per contratto i contadini sono obbligati a ricomprale ogni anno, anche indebitandosi. Proibire la risemina di parte del raccolto e incentivare l’abbandono delle colture tradizionali nega il diritto e la libertà di ogni popolo a nutrirsi con ciò che coltiva: questa è la povertà che si predica di risolvere.
Non è credibile, come si sostiene, che la dipendenza da OGM sia necessaria per sconfiggere la fame nel mondo o ridurre l’uso di sostanze chimiche; esistono chiaramente altre strade percorribili e prive di rischi come il sostegno delle agricolture contadine locali e dei metodi naturali e dare la liberta ad ogni popolazione di gestire le proprie risorse.
Proteggere la fertilità del suolo, evitare le grandi monocolture, praticare la rotazione e la diversificazione delle coltivazioni, sono alcune delle alternative efficaci e comprovate al modello agricolo chimico industriale imposto figlio della rivoluzione verde, modello che è evidentemente da abbandonare al più presto ma che viene ancora una volta riproposto dai fautori degli OGM.
Le coltivazioni transgeniche rappresentano l’ennesima beffa nei confronti dell’ambiente e degli ecosistemi e degli esseri viventi: contaminano in modo irreversibile le altre colture biologiche e convenzionali; rilasciano residui tossici nel suolo, negli ecosistemi ed infine nella catena alimentare; l’adozione di sementi OGM favorisce l’erosione genetica delle coltivazioni locali tipiche, riducendo drasticamente la biodiversità che ricordiamolo