Carlotta Parisani Strampelli

Carlotta Parisani Strampelli

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Troppo spesso usiamo dire la frase che “dietro ad un grande uomo c’è una grande donna” senza riflettere adeguatamente sul senso, gerarchico, di questo modo di dire. Spesso mogli e compagne di scienziati non hanno avuto un ruolo solo “dietro le quinte” ma sono state strette collaboratrici e ispiratrici fondamentali dell’opera e del pensiero di scienziati. Purtroppo il loro ruolo è spesso trascurato se non dimenticato.

Solo recentemente è stato dato il giusto riconoscimento a figure come Marie-Anne Paulze, moglie di Lavoisier e, nel settore agrario, grazie alla caparbietà di alcuni ricercatori, fra cui Sergio Salvi dell’Accademia Georgica di Treia, anche la figura di Carlotta Parisani, moglie di Nazareno Strampelli ha avuto un doveroso approfondimento.

Di famiglia aristocratica, discendete da parte materna di Luciano Bonaparte, Principe di Canino e fratello di Napoleone, Carlotta nacque nel 1868. Nel 1900 sposò il giovane Nazareno Strampelli (1866-1942) e nel 1903 si trasferì a Rieti dove il marito aveva assunto il ruolo di Direttore della locale Cattedra Ambulante di Granicoltura appena istituita.

A Rieti, Strampelli iniziò a realizzare i suoi primi esperimenti di ibridazione del frumento per i quali oggi è universalmente noto. Senza assistenti né aiuti, lo scienziato italiano ebbe per prima assistente proprio la moglie come riportato da lui stesso in una intervista del 1924 in cui ebbe a dire che “per l’ibridamento occorre infatti essere in due”.

Diventata esperta nelle tecniche di ibridazione, a lei fu dedicato uno dei primi frutti del lavoro di Strampelli, un grano tenero dal nome “Carlotta Strampelli” le cui rese, con una media di 20 quintali per ettaro e punte di 36 quintali per ettaro, erano significativamente maggiori rispetto a quelle del progenitore “Rieti”, con una media di 12 quintali per ettaro, e che fece meritare allo scienziato il Premio Santoro dell’Accademia dei Lincei.

Nel 1918, Strampelli dedicò altri due grani in onore della moglie: il “Carlottina Bianca” e il “Carlottina Rossa”, meno noti e di piccola taglia, distinguibili tra loro solo dal diverso colore.

Divisa fra la cura e l’educazione dei due figli e il lavoro di assistente al marito, Carlotta scomparve nel gennaio del 1926 dopo una breve malattia.

La scarsità di documenti e le poche foto esistenti, che la ritraggono spesso in compagnia di Strampelli, hanno reso difficile costruire un suo profilo biografico. I pochi accenni al suo ruolo di assistente del marito derivano da brevi note su riviste straniere che parlavano spesso del lavoro dei “coniugi Strampelli” e dalle interviste allo stesso scienziato, come quella apparsa su Varietas nel 1924 dall’accattivante titolo “il Re del Grano” dalla quale possiamo avere una piccola idea del ruolo di Carlotta Parisani nel lavoro del marito.

Figura emblematica del suo tempo, Carlotta Parisani seppe conciliare la vita familiare, restando sempre un forte punto di riferimento per il marito, con una attività scientifica umile e preziosa.

In sua memoria è stato recentemente istituito il premio “Carlotta Award”, con il sostengo della Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, che viene attribuito ad una giovane ricercatrice che presenti il miglior curriculum scientifico per qualità e originalità di un lavoro sperimentale svolto presso istituzioni pubbliche o private in Italia o all’estero.

Raffaele Cappelli

Raffaele Cappelli

Nel 1906 Nazareno Strampelli ebbe modo di poter svolgere le sperimentazioni in campo sui danni della siccità nel frumento meridionale su un fondo agricolo vicino a Foggia di proprietà di Raffaele e Antonio Cappelli, dediti all’agricoltura e alla gestione dei possedimenti familiari in Puglia. Proprio per dare
testimonianza della generosità dei fratelli Cappelli nel sostegno alla sua attività, Strampelli dedicò loro una varietà di grano duro autunnale ottenuta dalla varietà tunisina “Jeanh Rhetifah” che già dal 1915 si chiamava “Cappelli” ma che assunse il nome completo “Senatore Cappelli” al momento del rilascio, nel
1923, a due anni dalla morte di Raffaele Cappelli, da poco nominato Senatore.

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In vendita la sede dell’ex-Istituto di genetica per la cerealicoltura di Roma fondato nel 1919 da N. Strampelli

Un altro pezzo della storia legata a Strampelli rischia di essere privatizzato. Si tratta del bellissimo edificio dell’ex Istituto nazionale di Genetica per la Cerealicoltura di Roma voluto e ideato dallo scienziato reatino nel 1919, attuale CRA-QCE, sito a Roma in Via Cassia 176. Istituto fondato nel 1919 da Nazareno Strampelli, fu il primo del genere in Italia e tra i primi esempi, in Europa e nel mondo, di ente di ricerca dedicato esclusivamente alla genetica agraria.

 

Una bellissima palazzina progettata dall’ing. Stefano Gentiloni Silvery, e che, insieme all’istituto di Rieti, divenne il cuore pulsante di tutta l’esperienza scientifica di nazareno Strampelli. L’istituto nacque come ente morale vigilato dal Ministero di agricoltura e venne intestato in vita a Nazareno Strampelli che lo diresse fino alla morte del 1942. Oggi il CRA ha deciso di mettere in vendita questa prestigiosa struttura dove tutt’oggi lavorano decine di ricercatori sul tema dei grani e delle paste alimentari e che conserva ancora un nucleo importante archivistico del lavoro di Nazareno Strampelli tutt’ora da recuperare.

 

Si ringrazia Sergio Salvi per la segnalazione.