La scelta della Famiglia Stocchi di coltivare il riso senza uso di prodotti chimici ha aperto la strada alla ricerca di metodi naturali per gestire la competizione con le erbe spontanee. La tecnica di semina su “pacciamatura verde”, la riduzione delle dimensioni delle camere di risaia, la piantumazione di essenze arboree autoctone ha riconnesso questa coltivazione con la biodiversità naturale e il suo paesaggio, ricreando un ambiente simile ad una vera e propria zona umida.
Tuttavia, parlare di biodiversità vuol dire includere anche quella del riso. Così nel 2009 vengono recuperate dalla banca del germoplasma dell’Ente Nazionale Risi varietà di riso ormai non più coltivate. La loro costituzione, avvenuta prima dell’impiego della chimica in agricoltura, fa sì che siano varietà più frugali, che si accontentino di meno acqua e di buone rotazioni. Hanno taglia più alta e ciclo meno lungo, sono dotate di una variabilità intraspecifica che le rende ideali per l’adattamento in azienda.
L’interesse per queste varietà e l’attenzione al metodo di coltivazione crescono e si diffondono tra i risicoltori, così nel 2019, dalla collaborazione con l’associazione di produttori Polyculturae, nasce l’idea di costituire una casa delle sementi dove vengano dapprima custodite e descritte queste varietà e quindi siano messe a disposizione di quanti le coltiveranno.
L’obiettivo di questa iniziativa, nata dal basso e ancora con i lavori in corso, è di far riappropriare gli agricoltori di queste varietà sostenendo la riproduzione del seme in azienda. Sarà un luogo di scambio di pratiche ed esperienze, per promuovere e supportare la transizione agroecologica del settore risicolo.
Si è concluso il primo anno di ricerca sperimentale sul riso, grazie al progetto Riso Resiliente finanziato da Fondazione Cariplo, che ha visto coinvolte quattro aziende agricole biologiche e biodinamiche: Cascine Orsine a Bereguardo (PV), Az. agr. di Marco Cuneo ad Abbiategrasso (MI), Az. agr. Una Garlanda ssa di Stocchi fratelli e C. a Rovasenda (VC) e Az. agr. Terre di Lomellina a Candia Lomellina (PV). In ogni azienda RSR, con la collaborazione degli agricoltori e la supervisione scientifica del Prof. Salvatore Ceccarelli, ha allestito un campo sperimentale di 40 parcelle con 16 varietà o miscugli. A settembre si sono svolte le visite in campo e le valutazioni delle parcelle sperimentali da parte degli agricoltori e dei tecnici delle differenti zone. Le valutazioni, così come i dati raccolti durante i rilievi in campo (altezza della pianta, lunghezza della pannocchia, precocità, suscettibilità alle malattie) sono stati analizzati e presentati agli agricoltori della sperimentazione in una riunione a dicembre. Da una prima analisi è emerso che le 4 aziende sono molto diverse fra loro rispetto alla conduzione della coltivazione e che, proprio per le rispettive specificità, necessitino di varietà o miscugli adatti alle proprie realtà, cosa che il sistema sementiero attuale non è in grado di fornire dal momento che privilegia la standardizzazione. Il coinvolgimento di tutti gli attori è stato molto alto, la sola valutazione delle parcelle ha visto la partecipazione di 58 persone, così come l’attesa per i risultati del secondo anno di sperimentazione.
Presso l’azienda dei fratelli Stocchi a Rovasenda, RSR ha allestito anche un bellissimo campo catalogo con 246 varietà di riso provenienti sia dagli agricoltori della sperimentazione (29) che dalla banca internazionale del germoplasma IRRI (217). L’International Rice Research Institute si trova nelle Filippine e raccoglie accessioni di riso da tutto il mondo, a loro ci siamo dovuti rivolgere per ricostituire un’ampia collezione di varietà locali di riso, e nel 2018 abbiamo ricevuto 5 grammi di 230 accessioni che negli anni gli sono arrivate dall’Italia. Il campo catalogo alla raccolta era spettacolare, pieno di forme e colori differenti, ed è così che abbiamo realizzato che anche nel riso c’è una enorme diversità! Quest’anno abbiamo quindi moltiplicato i piccoli quantitativi ricevuti e chiesto agli agricoltori che hanno partecipato alle giornate di campo di segnalarci le loro preferenze. Il prossimo anno, per riportare velocemente diversità in campo, abbiamo pensato di fare un miscuglio di quello che è piaciuto di più e coltivarlo nelle aziende che ospitano i campi sperimentali. Ma vorremmo anche rimoltiplicare alcune delle varietà locali più interessanti e cominciare a valutarle così da individuare i progenitori per la costituzione di una popolazione di riso. E, non appena i quantitativi di varietà locali e di miscuglio saranno sufficienti, potremo iniziare una Campagna di semina dedicata al riso!
Questa volta abbiamo fatto un esperimento, riassumere un anno (2019) di progetto di ricerca in campo raccontandolo solo con il linguaggio internazionale delle immagini.
Tutto il lavoro, le riunioni, i chilometri necessari per il processo di selezione partecipativa di tante varietà di riso verso la selezione di una popolazione evolutiva.
Il progetto si chiama ‘RISO RESILIENTE’.
Buona visione! https://youtu.be/3ujbylwjMv4
Si è concluso il primo anno di ricerca sperimentale sul riso, grazie al progetto Riso Resiliente finanziato da Fondazione Cariplo, che ha visto coinvolte quattro aziende agricole biologiche e biodinamiche: Cascine Orsine a Bereguardo (PV), Az. agr. di Marco Cuneo ad Abbiategrasso (MI), Az. agr. Una Garlanda ssa di Stocchi fratelli e C. a Rovasenda (VC) e Az. agr. Terre di Lomellina a Candia Lomellina (PV). In ogni azienda RSR, con la collaborazione degli agricoltori e la supervisione scientifica del Prof. Salvatore Ceccarelli, ha allestito un campo sperimentale di 40 parcelle con 16 varietà o miscugli. A settembre si sono svolte le visite in campo e le valutazioni delle parcelle sperimentali da parte degli agricoltori e dei tecnici delle differenti zone. Le valutazioni, così come i dati raccolti durante i rilievi in campo (altezza della pianta, lunghezza della pannocchia, precocità, suscettibilità alle malattie) sono stati analizzati e presentati agli agricoltori della sperimentazione in una riunione a dicembre. Da una prima analisi è emerso che le 4 aziende sono molto diverse fra loro rispetto alla conduzione della coltivazione e che, proprio per le rispettive specificità, necessitino di varietà o miscugli adatti alle proprie realtà, cosa che il sistema sementiero attuale non è in grado di fornire dal momento che privilegia la standardizzazione. Il coinvolgimento di tutti gli attori è stato molto alto, la sola valutazione delle parcelle ha visto la partecipazione di 58 persone, così come l’attesa per i risultati del secondo anno di sperimentazione. Presso l’azienda dei fratelli Stocchi a Rovasenda, RSR ha allestito anche un interessante campo catalogo con 246 varietà di riso provenienti sia dagli agricoltori della sperimentazione (29) che dalla banca internazionale del germoplasma IRRI (217). L’International Rice Research Institute si trova nelle Filippine e conserva 130.000 accessioni di riso da tutto il mondo, a loro ci siamo dovuti rivolgere per ricostituire un’ampia collezione di varietà italiane di riso, e nel 2018 abbiamo ricevuto 5 grammi di 230 accessioni che negli anni gli sono arrivate dall’Italia. Il campo catalogo alla raccolta era spettacolare, pieno di forme e colori differenti, ed è così che abbiamo potuto mostrare a tanti agricoltori che anche nel riso c’è una enorme diversità! Quest’anno abbiamo quindi moltiplicato i piccoli quantitativi ricevuti e chiesto agli agricoltori che hanno partecipato alle giornate di campo di segnalarci le loro preferenze. Il prossimo anno, per riportare velocemente diversità in campo, abbiamo pensato di fare due miscugli di quello che è piaciuto di più e coltivarlo nelle aziende che ospitano i campi sperimentali. Ma vorremmo anche moltiplicare di nuovo alcune delle varietà locali più interessanti e cominciare a valutarle così da individuare i genitori per la costituzione di una popolazione di riso. E, non appena i quantitativi di varietà e di miscuglio saranno sufficienti, potremo iniziare una Campagna di semina dedicata al riso!
Campo sperimentale di riso 2019 con le 246 parcelle di varietà di riso ricevute dagli agricoltori e dall’IRRI e le 40 parcelle della prova sperimentale del progetto di ricerca partecipata Riso Resiliente, 13 settembre 2019, Azienda Agricola Una Garlanda, Rovasenda # foto Cristian Benaglio/RSR
Partire dal seme, adattarsi al cambiemento climatico
Tra i maggiori problemi che affliggono il pianeta oggi ci sono la biodiversità, i cambiamenti climatici, la povertà, l’acqua, e la fame nel mondo. A questi si è aggiunto, in questi ultimi anni, il problema dell’obesità (di per sé non una malattia, ma condizione che predispone a molte malattie tra cui il diabete di tipo 2) e del diabete che hanno, ormai, una rilevanza pandemica.
Questi problemi, sebbene siano spesso affrontati separatamente, sono invece collegati tra loro e hanno un unico comune denominatore: i semi. Comincia infatti ad emergere una relazione tra la crescente uniformità di cibo, conseguenza della uniformità varietale perseguita negli ultimi 50 anni dal miglioramento genetico, e le malattie. La conseguenza di questa relazione è che una dieta non sana è oggi una delle cause principali di cattiva salute nelle economie sviluppate .
Il Programma di ricerca RISO RESILIENTEo intende contribuire ad affrontare questo tema attraverso lo sviluppo di sementi che, grazie anche la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti climatici, possano produrre cibo sano per le popolazioni presenti e future.
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