Una Casa per il riso Biodiverso

Una Casa per il riso Biodiverso

di Valeria Grazian

La scelta della Famiglia Stocchi di coltivare il riso senza uso di prodotti chimici ha aperto la strada alla ricerca di metodi naturali per gestire la competizione con le erbe spontanee. La tecnica di semina su “pacciamatura verde”, la riduzione delle dimensioni delle camere di risaia, la piantumazione di essenze arboree autoctone ha riconnesso questa coltivazione con la biodiversità naturale e il suo paesaggio, ricreando un ambiente simile ad una vera e propria zona umida.

Tuttavia, parlare di biodiversità vuol dire includere anche quella del riso. Così nel 2009 vengono recuperate dalla banca del germoplasma dell’Ente Nazionale Risi varietà di riso ormai non più coltivate. La loro costituzione, avvenuta prima dell’impiego della chimica in agricoltura, fa sì che siano varietà più frugali, che si accontentino di meno acqua e di buone rotazioni. Hanno taglia più alta e ciclo meno lungo, sono dotate di una variabilità intraspecifica che le rende ideali per l’adattamento in azienda.

L’interesse per queste varietà e l’attenzione al metodo di coltivazione crescono e si diffondono tra i risicoltori, così nel 2019, dalla collaborazione con l’associazione di produttori Polyculturae, nasce l’idea di costituire una casa delle sementi dove vengano dapprima custodite e descritte queste varietà e quindi siano messe a disposizione di quanti le coltiveranno.

L’obiettivo di questa iniziativa, nata dal basso e ancora con i lavori in corso, è di far riappropriare gli agricoltori di queste varietà sostenendo la riproduzione del seme in azienda. Sarà un luogo di scambio di pratiche ed esperienze, per promuovere e supportare la transizione agroecologica del settore risicolo.