Rapporto e risoluzioni della nona sessione dell’Organo direttivo del ITPGRFA

Rapporto e risoluzioni della nona sessione dell’Organo direttivo del ITPGRFA

Dal 19 al 24 settembre si è tenuta a New Delhi in India la nona sessione dell’Organo direttivo del ITPGRFA – International Treaty on Plant Genetic Resources for Food and Agriculture.

Il rapporto finale e le diciassette risoluzioni adottate dalla nona sessione dell’Organo direttivo del Trattato Internazionale sono ora online in tutte le lingue ufficiali e possono essere consultate all’indirizzo

www.fao.org/plant-treaty/meetings/meetings-detail/en/c/1259571/

e qui scaricate: Notifica Report

Lettera congiunta alla Commissione Europea

Lettera congiunta alla Commissione Europea

Una visione comune per la diversità delle piante

Ad aprile 2021 una serie di organizzazioni europee ha inviato una lettera comune alla Commissione evidenziando i punti seguenti.

Le regole esistenti per la produzione e la commercializzazione delle sementi favoriscono l’uniformità e la produttività a breve termine a spese della diversità delle piante coltivate, dell’ambiente e della diversità degli attori che sviluppano le sementi e le rendono disponibili. Trascurano i diritti definiti dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e delle altre persone che lavorano nelle zone rurali (UNDROP) e il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (ITPGRFA), e dividono gli attori in categorie artificiali di “utenti” e “produttori” di sementi. 

Alla luce delle crisi del clima e della biodiversità, abbiamo bisogno di politiche che riconoscano, proteggano e sostengano il potenziale della diversità coltivata per favorire sistemi alimentari resilienti e garantire la nostra sicurezza alimentare futura. La diversità delle piante coltivate è il fondamento per guidare la transizione dei sistemi alimentari e invertire la perdita di biodiversità. 

La pandemia Covid-19 ha rafforzato questa necessità, e ha portato ad un aumento della domanda di semi ad impollinazione aperta adattati a livello locale e di prodotti locali. Il miglioramento genetico locale, la produzione e la gestione dinamica delle sementi, e la diversità dell’offerta commerciale di sementi, forniscono agli agricoltori opportunità di alto valore per attingere a questa domanda crescente, per esempio offrendo prodotti biologici, varietà tradizionali, specie trascurate e sottoutilizzate, e/o specialità regionali. 

Tuttavia, l’attuale quadro normativo sta deludendo gli agricoltori che operano al di fuori dell’agricoltura industriale, per esempio quelli che lavorano in condizioni agro-ecologiche o biologiche, quelli che vogliono lavorare con varietà ad impollinazione aperta, e quelli che lavorano in piccole superfici con stretti legami con i consumatori finali, poiché semplicemente non hanno accesso a varietà adatte alle loro esigenze e agli ambienti produttivi. Alla luce delle numerose sfide che l’agricoltura deve affrontare, è inaccettabile che il quadro di commercializzazione delle sementi discrimini quanti desiderano perseguire alternative caratterizzate da pratiche rispettose dell’ambiente e del clima. 

Qualsiasi riforma della legislazione sulla commercializzazione delle sementi deve realizzare il Green Deal europeo, le sue strategie per la biodiversità e Farm to Fork, e gli obiettivi dell’UE in materia di cambiamento climatico, promuovendo i diritti degli agricoltori alle sementi. Deve rispettare e sostenere gli sviluppi stimolanti del nuovo regolamento biologico, e anche riconoscere i considerevoli e costosi oneri imposti alla produzione e alla circolazione delle sementi dal nuovo regolamento fitosanitario, in particolare per i piccoli operatori. Deve essere coerente con gli impegni presi nell’ambito dell’ITPGRFA e della Convenzione sulla diversità biologica. Infine, ma non meno importante, deve far rispettare il diritto alle sementi e gli obblighi degli Stati di facilitare e rispettare questo diritto secondo l’UNDROP.

Ci sono stati alcuni miglioramenti nell’ultimo decennio, in particolare con le direttive sulle varietà da conservazione, e più recentemente nel nuovo regolamento del biologico. Tuttavia, la diversità è ancora limitata a nicchie, ognuna delle quali ha la sua serie di restrizioni, e la complessità del quadro stesso è proibitiva per molti piccoli attori. Le crisi del clima e della biodiversità, così come i cambiamenti sociali, economici e tecnologici nei decenni successivi all’adozione delle regole negli anni ’60, richiedono un ripensamento fondamentale.

Una legislazione riformata deve sostenere la diversità intraspecifica e intra-varietale, sostenendo così l’adattamento al cambiamento climatico, la transizione verso un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente, la produzione locale di sementi e cibo, i diritti degli agricoltori e diete più sane. Dovrebbe anche riconoscere e sostenere veramente la molteplicità dei sistemi sementieri, e offrire più scelta agli agricoltori. 

Per raggiungere questo obiettivo, la riforma deve riconoscere, proteggere e premiare il ruolo fondamentale giocato dai sistemi sementieri informali nella conservazione, nell’uso sostenibile e nella gestione dinamica della diversità, e nel garantire la resilienza dei nostri sistemi alimentari. Parallelamente alla legislazione e i diritti di proprietà intellettuale non devono danneggiare i diritti degli agricoltori. Tutti i quadri giuridici devono essere migliorati per evitare l’appropriazione indebita della diversità, compreso attraverso l’uso di informazioni digitali sulle sequenze genetiche.

I 34 FIRMATARI DELLA LETTERA
EU / REGIONALBiodynamic Federation Demeter Int
European Coordination Via Campesina
Reseau Meuse-Rhin-Moselle
AUSTRIAArche Noah / ÖBV-Via Campesina Austria
BELGIOBoerenforum, Vitale Rassen
CROAZIABiovrt-u skladu s prirodom – Biogarden
Croatian Org. Farmers’ Associations Alliance
Život – Association of Croatian family farms
ZMAG – Community Seed Bank
REPUBBLICA CECADemeter Czech & Slovakia / Permasemnika
CIPROCyprus Seed Savers
DANIMARCADemeterforbundet i Danmark
Frøsamlerne – Danish Seed Savers
ESTONIAMaadjas – Estonian Seed Savers
FRANCIADemeter France
Mouvement de l’Agriculture Bio-Dynamique
Le Réseau Semences Paysannes
GERMANIAD.V. Kulturpflanzen- und Nutztiervielfalt e.V.
GRECIAAegilops / Peliti
UNGHERIAMagház – Seed House
IRLANDAIrish Seed Savers Association
ITALIAAssociazione per l’Agr. Biodinamica in Italia
Demeter Associazione Italia
Rete Semi Rurali
LETTONIALatvian Permaculture Association
LUSSEMBURGOSEED Luxemburg
MALTANadir for Conservation
NORVEGIABiodynamic Association Norway
POLONIAFoundation AgriNatura for Agricultural Biodiversity
PORTOGALLOGAIA – Environmental Action and Intervention
Group
SVIZZERAGetreidezüchtung Peter Kunz
ProSpecieRara

Proposte specifiche per una possibile riforma:

Il campo di applicazione della legislazione dovrebbe essere delineato da una definizione rigorosa di commercializzazione limitata alle attività commerciali rivolte agli utilizzatori professionali di sementi. La legislazione, quindi, non dovrebbe regolare conservazione, uso sostenibile e gestione dinamica della diversità, compresi gli scambi di sementi tra agricoltori e hobbisti che sono gratuiti o che prevedono solo il rimborso delle spese. In particolare, non dovrebbe esistere un registro degli operatori. Questi sistemi sementieri, come sancito dall’UNDROP, devono essere fuori dal campo di applicazione della normativa. 

La legislazione deve garantire la libertà di scelta degli agricoltori sia per quanto riguarda le sementi (specie, varietà, popolazioni) che per quanto riguarda gli standard di produzione. 

Ci deve essere una chiara distinzione tra i regimi che concedono i diritti di proprietà intellettuale sulle nuove varietà vegetali e quelli che permettono l’accesso al mercato. La registrazione basata deve essere adattata e proporzionata ai bisogni e alle realtà della diversa gamma di attori, così come dei loro clienti. 

La legislazione deve garantire la trasparenza sui metodi di miglioramenti usati e sui diritti di proprietà intellettuale per tutte le varietà sul mercato.

– Le norme sulla sanità delle sementi e i meccanismi di controllo devono essere adattati ai rischi e alla scala di commercializzazione delle sementi, riconoscendo le diverse aspettative degli utenti e dei clienti riguardo ai criteri di qualità.

I diritti degli Agricoltori

I diritti degli Agricoltori

Enunciare i Diritti degli agricoltori in un trattato internazionale significa consentire loro di conservare e sviluppare le risorse fitogenetiche e ricompensarli per il loro fondamentale contributo all’agrobiodiversità nel mondo

Il contributo degli agricoltori sin dagli albori dell’agricoltura, gli agricoltori di tutto il mondo hanno seminato, mietuto e selezionato sementi e materiale da moltiplicazione scambiandosi attivamente queste risorse. Così facendo hanno sviluppato un’incredibile abbondanza di colture, e le loro conoscenze e abilità hanno spianato la strada per le piante alimentari che usiamo e selezioniamo in agricoltura oggi. Il loro indispensabile contributo a diffondere l’agrobiodiversità a livello mondiale è stato a lungo ignorato e non adeguatamente ricompensato. La globalizzazione dei sistemi agricoli ha progressivamente messo a rischio il loro importante ruolo a questo riguardo.

Ecco perché un intero articolo del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura, (www.planttreaty.org), un accordo internazionale legalmente vincolante siglato nel 2001, è dedicato ai Diritti degli agricoltori (art. 9). Gli obiettivi del Trattato sono salvaguardare la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura, facilitare l’accesso a queste risorse a scopo di ricerca, promuovere il miglioramento genetico, la formazione e una ripartizione giusta ed equa dei vantaggi derivanti dal loro impiego. Proteggere e promuovere i Diritti degli agricoltori è un passo fondamentale per raggiungere degli obiettivi del Trattato.

Il Trattato e i Diritti degli agricoltori

Oltre 140 paesi contraenti hanno riconosciuto il contributo passato, presente e futuro degli agricoltori di tutte le regioni del mondo alla conservazione e alla valorizzazione delle risorse fitogenetiche che costituiscono la base della produzione agro-alimentare nel mondo e dei Diritti degli agricoltori. Il Trattato fornisce alcune indicazioni e raccomandazioni generali per promuovere i Diritti degli agricoltori:  la protezione delle conoscenze tradizionali, il diritto all’equa ripartizione dei vantaggi; il diritto a partecipare alle decisioni rilevanti a livello nazionale; il diritto a conservare, utilizzare, scambiare e vendere sementi e propaguli prodotti nella loro azienda. Ovviamente, la responsabilità di precisare e promuovere i Diritti degli agricoltori ricade sui governi nazionali. Purtroppo il Trattato non vincola i paesi membri ad adottare alcuna norma specifica per i Diritti degli agricoltori, le sue disposizioni fanno da cornice per lo sviluppo di misure politiche rilevanti a livello nazionale.