Si chiama Bianca di Gorgona ed è la nuova varietà di olivo scoperta sull’isola di Gorgona dall’agronomo Francesco Presti in collaborazione con il CNR.
Gorgona è una piccola isola, dalla superficie di 220 ha, posta a 19 miglia dalla costa livornese che dal 1998 fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. L’Isola è un microcosmo unico, ha visto passare innumerevoli persone con le loro storie di uomini liberi, reclusi, religiosi, militari, contadini e pescatori sin da tempi remoti.
Si chiama Bianca di Gorgona ed è la nuova varietà di olivo scoperta sull’isola di Gorgona dall’agronomo Francesco Presti in collaborazione con il CNR.
Gorgona è una piccola isola, dalla superficie di 220 ha, posta a 19 miglia dalla costa livornese che dal 1998 fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. L’Isola è un microcosmo unico, ha visto passare innumerevoli persone con le loro storie di uomini liberi, reclusi, religiosi, militari, contadini e pescatori sin da tempi remoti.
Era il 1869 quando iniziò la storia del carcere su questo piccolo lembo di terra verde: insieme a molte altre isole italiane divenne colonia agricola penale per sperimentare un nuovo modello detentivo. Oggi Gorgona è l’ultima isola carcere rimasta e la Casa di Reclusione porta avanti svariate attività agricole e zootecniche facendo i conti con una situazione economica difficile in un panorama penitenziario che a livello nazionale è diventato tragicamente allarmante.
L’Agricola è il nome dell’Azienda dove i detenuti lavorano con piante e animali. Poiché le finalità delle attività penitenziarie non seguono logiche di profitto ma, usando un termine tecnico, di “trattamento”, in Gorgona esiste una realtà rurale complessa con molti percorsi lavorativi: orticoltura, viticoltura, olivicoltura. Sono poi allevati bovini, suini, ovicaprini, equidi, avicoli ed api. Grazie a piccoli impianti di trasformazione vengono portate a termine le filiere produttive di olio, vino, conserve e marmellate, formaggio, carne, miele. Un’inedita riflessione etica sulla relazione con gli animali è stata di recente inaugurata con la stesura della “Carta dei diritti degli animali di Gorgona”.
Camminando per l’isola spiccano i rosmarini selvatici e l’elicriso che occupano molte zone vicino alle strade. Profumi, odori e colori unici sono il frutto di piante autoctone adattate al microclima unico dell’isola. Dal punto di vista botanico l’Isola è una nicchia ecologica di notevole importanza. Sono presenti, infatti, oltre 500 specie vegetali censite su una superficie molto ridotta, piante spontanee erbacee, una ricca macchia mediterranea, boschi di pini e lecci. Alcuni dei vegetali più antichi sono degli olivi rappresentati da un nucleo di piante ultracentenarie che due anni or sono hanno suscitato l’interesse del consulente agronomico della Casa di Reclusione, Dott. Francesco Presti.
In seguito a studi approfonditi eseguiti da Presti in collaborazione con il Dott. Claudio Cantini dell’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (IVALSA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), è stato possibile evidenziare la peculiarità degli olivi dell’Isola. Il DNA di queste piante è stato infatti confrontato con quello delle altre varietà italiane scoprendo che l’isolamento di Gorgona ha per secoli fatto sfuggire alla classificazione queste poche ma maestose piante che appartengono quindi ad una varietà a sé stante. La nuova cultivar, chiamata Bianca di Gorgona, è quindi stata iscritta nel luglio del 2012 ai registri del Repertorio Regionale delle risorse genetiche autoctone toscane, ai sensi della LR 64/04.
Oggi la Casa di Reclusione può vantare un tipo di olivo che esiste solamente sugli antichi terrazzamenti vicino al piccolo porto dell’isola, essendo presente solamente un nucleo di circa venti esemplari, la Bianca è stata iscritta come varietà a rischio estinzione. È’ probabile che queste piante siano state introdotte dai monaci certosini che nel corso del 1700 hanno abitato e lavorato sull’Isola.
Questa scoperta ribadisce l’unicità e le potenzialità della più piccola Isola dell’Arcipelago Toscano dove è possibile osservare un eccezionale concentrato di biodiversità e sperimentare un grande laboratorio sociale e didattico. La scoperta di una nuova varietà di olivo non si limita ad una mera curiosità botanica. Essa potrebbe divenire una nuova e concreta risorsa in mano all’Amministrazione Penitenziaria. Dal nucleo di piante madri può essere iniziato un innovativo progetto di lavoro e formazione con la popolazione detenuta: avviando una piccola attività vivaistica per la propagazione e l’aumento degli esemplari di Bianca di Gorgona sull’isola è pensabile la produzione di piantine e di un olio monovarietale autoctono, unico, caratteristico della Gorgona. L’Olio potrebbe essere commercializzato nelle reti di consumo solidale ed essere proposto ai visitatori che, in flusso limitato e controllato, giungono sull’Isola di Gorgona per un turismo consapevole. La Bianca di Gorgona potrebbe quindi fornire nuova linfa ad un modello detentivo che nonostante le difficoltà è sempre stato e resta di alta qualità.
Per maggiori informazioni: Dott. Francesco Presti Tel. 333 1616327 mail: fffpresti@yahoo.it